PESARO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta ricevuta dal sig. Umberto Casciaro e relativa ad un infortunio accaduto a sua figlia Francesca, durante lo svolgimento dei Campionati Italiani di Pentathlon Moderno, disputati a Roma il 5, 6 e 7 dicembre.
La Redazione
“Egregio Sig. Delegato Fipm Marche,
ho pensato, e ripensato più volte in questi giorni se fosse il caso di spendere del tempo nello scriverLe, o se fosse stato meglio contattarLa. Tuttavia vista l’educazione ricevuta, e per l’insegnamento con cui ho cresciuto e sto crescendo le mie quattro figlie, ho alla fine ritenuto fosse doveroso da parte mia mettere nero su bianco le mie emozioni e i miei pensieri a seguito dell’increscioso sinistro avvenuto di recente durante il Campionato Italiano Assoluto di Pentathlon a Roma e che ha coinvolto proprio mia figlia Francesca.
Non vorrei dilungarmi raccontandole la vicenda, dal momento che conosce bene cosa è accaduto durante la gara, essendo presente alla manifestazione sportiva: mia figlia, atleta tenace, ha dovuto abbandonare il campo gara per poi ritirarsi dalla stessa a causa del predetto sinistro. Naturalmente quando si pratica sport a livello agonistico, bisogna mettere in conto che gli infortuni possono accadere, tuttavia in questo caso è successo altro e le responsabilità e le negligenze saranno attenzionate, a cominciare dall’assenza di un medico nell’equipe di soccorso!
Esprimo grande rammarico in quanto mi sarei aspettato da Lei umano interesse e apprensione per l’atleta gravemente lesionata, essendo il referente degli atleti e delle atlete delle Marche; non si è degnato di informarsi attraverso i canali a Lei messi a disposizione sulle condizioni fisiche e di salute dell’atleta, segno per me di grande mancanza verso la famiglia, ma ancor di più verso la stessa atleta e i suoi sacrifici; né si è attivato per capire cosa fosse accaduto, perché è accaduto l’ infortunio, perché non c’era un medico e tante altre questioni che stiamo vagliando affinché non capitino più.
Sa bene che l’atleta in questione ha più volte partecipato a manifestazioni di importanza nazionale, che con orgoglio e onore ha contribuito in più occasioni a risultati importanti di squadra, facendo spiccare la nostra splendida Regione in campo Nazionale.
Credo fermamente che il ruolo da Lei ricoperto, sia essere fondamentale dovendo, appunto, rappresentare e tutelare tutte le società sportive della nostra Regione Marche, e salvaguardare, custodire, assicurare e rassicurare “Tutti i Suoi atleti”, indipendentemente dalle società di appartenenza, finanche appianando divergenze al fine di lavorare per il bene comune di tutti gli Atleti e le Atlete, che fanno grandi sacrifici per uno sport complesso come il Pentathlon.
Mi scuso se mi permetto, con questo mio sfogo da genitore, che in questo momento così difficile per la mia famiglia non si è vista minimamente sentita confortata e supportata proprio da Lei, che invece è rimasto in un angolo ad osservare silenziosamente, anziché offrire ascolto senza giudizio, senza minimizzare il dolore, e ricordandoci che non siamo soli.
Per fortuna le parole di conforto sono arrivate dalla Squadra, dai compagni/e, dagli allenatori; ci hanno persino chiamati da persone non vicine o effettivamente poco conosciute, appartenenti ad altre società; anche il delegato uscente ci ha dimostrato affetto e conforto, quel conforto che serve sempre ad una “figlia” quando si infortuna, quando per settimane dovrà stare ferma in un letto, quando dovrà affrontare una riabilitazione e le prenderanno i momenti di sconforto, perché ci saranno, o vorrà mollare tutto perché non ne potrà più, quando tutti andranno ad allenarsi, quando gli altri e le altre affronteranno nuove gare, mentre la sua gara sarà quella di rimettersi in gioco, di lasciare le sue paure e le sue incertezze con la speranza di tornare a fare quello che più le piace: praticare sport.
La cosa che mi ha lasciato ancor più basito è che l’abbiamo sempre conosciuta come persona inclusiva e sensibile verso il prossimo, impegnata con progetti di benemerenza: cosa è accaduto in questa circostanza? Purtroppo questa empatia verso la nostra famiglia e squadra, non l’ho né percepita né vista.
Vorrei concludere, auspicando che in futuro se mai si dovessero ripresentare altre situazioni analoghe, avrà il modo e il garbo di gestirle con il supporto necessario e la vicinanza; ad ogni modo Le auguro ugualmente Buone Feste a nome mio e della mia famiglia.”
Umberto Casciaro.


