Il brigantaggio è un fenomeno caratteristico in determinati periodi di instabilità politica e sociale o quando esistono prolungate crisi economiche che spingono gruppi isolati di cittadini al saccheggio. In Italia il brigantaggio si diffuse negli anni immediatamente successivi all’unità nazionale. Nelle nostre zone compiva i suoi misfatti la banda di Terenzio Grossi, originario di Urbania, già processato e condannato dal Tribunale militare austriaco. La zona in cui agì maggiormente fu il Comune di Colbordolo, essendo alcuni dei suoi complici originari del luogo. In località Buca Ferrara avvenne il fatto che determinò la fine della Banda. Terenzio Grossi ebbe il sospetto che un maniscalco di Montefabbri, Biagio Olmeda, avesse avvertito i carabinieri della presenza della sua banda in quei luoghi. Decise allora di vendicarsi e l’affrontò nella notte del 20 agosto 1862 presso l’osteria di Marcellina Cenciarini in Casciani. Il Grossi gridò a Biagio Olmeda, che lì si trovava: „Per la madonna se la spia l’hai fatta bene, se non l’hai fatta non la farai più“. Due fucilate in successione spezzarono il collo del femore alla presunta spia ma il secondo colpo sparato dal Grossi faceva però esplodere la canna del fucile ferendo gravemente il bandito alla mano sinistra. Olmeda, nonostante le cure del dottore di Colbordolo Giuseppe Ricci, morì il 28 agosto 1862. In seguito a ciò Terenzio Grossi fu costretto a fuggire e ritirarsi nella zona di Isola di Fano. Il suo cadavere venne trovato nel settembre 1862 in un fosso di campagna ricoperto con poca terra. La vecchia osteria vive nel ricordo di una bella fotografia in bianco e nero di circa quaranta anni fa scattata dal Prof. Riccardo Paolo Uguccioni. Al suo posto oggi c’è un edificio adibito a residenziale: ci troviamo al km 18,300 della Strada Statale n. 423 „Urbinate“.
MASSIMO MAGI


