PESARO – La CGIL Funzione Pubblica e la UIL FPL non hanno sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del Comparto Sanità Pubblica 2022–2024, firmato presso l’ARAN.
Le due organizzazioni sindacali ribadiscono con forza la loro contrarietà: il testo approvato non risponde in alcun modo alla grave crisi salariale che da anni penalizza le lavoratrici e i lavoratori della sanità, né interviene sulle criticità strutturali che mettono in ginocchio il sistema sanitario pubblico.
Per la sanità pubblica non si registrano interventi concreti in grado di determinare un reale cambio di rotta.
Le segreterie nazionali hanno confermato la nostra posizione: non ci sono i presupposti per firmare un contratto che consideriamo al ribasso e lesivo della dignità dei lavoratori.
Il cuore del dissenso è nella parte economica: gli aumenti previsti, pari al 5,78% nel triennio 2022–2024, sono del tutto insufficienti a fronte di un’inflazione reale (IPCA) del 16,5%.
Ciò significa una perdita secca del 10% del potere d’acquisto.
Per un infermiere (ex cat. D), l’aumento tabellare lordo sarà di circa 135 euro, la quota già percepita come IVC lorda: – € 77,54 l’Incremento mensile lordo effettivo (al netto IVC): € 57,46 e di conseguenza l’Incremento medio netto su tabellare sarà di circa € 40,00.
Una cifra irrisoria rispetto all’impegno, alla responsabilità e alla professionalità richiesti ogni giorno nei reparti, negli ambulatori e nei servizi territoriali.
Il nuovo CCNL non risolve i problemi di organico e di organizzazione: invece di rafforzare strutturalmente le retribuzioni e il personale, si continua a incentivare il lavoro straordinario e le prestazioni aggiuntive, costringendo il personale a turni massacranti pur di guadagnare qualche euro in più.
A ciò si aggiunge la preoccupante introduzione della figura dell’“assistente infermiere”, un profilo professionale non sufficientemente definito, che rischia di compromettere la qualità dei Livelli Essenziali di Assistenza e di penalizzare OSS e infermieri già in servizio.
Si aumentano i poteri discrezionali del datore di lavoro, influendo negativamente sui carichi di lavoro, non si danno risposte agli annosi problemi di corretto dimensionamento dei fondi aziendali, diritto alla mensa/buono pasto (l’adeguamento del valore economico del buono pasto rimane assente), si registrano meno prospettive di carriera professionale, compromettendo la valorizzazione del personale.
Serve un reale cambio di passo per evitare il collasso della sanità pubblica, continueremo a chiedere maggiori risorse per i rinnovi contrattuali, più assunzioni ed interventi mirati per assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la piena valorizzazione di tutto il personale del comparto.
Questo contratto non è dignitoso né giusto per le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica.
La CGIL FP e la UIL FPL continueranno a difendere i diritti, i salari e la dignità di chi garantisce ogni giorno la salute pubblica.
Fp Cgil
Uil Fpl
Davide Del Fattore
Angelo Aucello
Massimo Ragni

