Solidarietà a Sigfrido Ranucci


L’attentato al giornalista di Report Sigfrido Ranucci è un atto di inaudita gravità: quando un simbolo dell’informazione non allineata e controcorrente rispetto ai grandi poteri politici e finanziari rischia di saltare per aria insieme alla sua auto, vuol dire che il meccanismo democratico si è inceppato in uno dei suoi assunti più profondi, la libertà di espressione e quindi di inchiesta.
Il giornalismo vero, fatto con la schiena dritta e senza nessuna indulgenza nei confronti di chi conta nella società, ha sempre provocato il fastidio di chi manovra senza voler subire battute d’arresto, senza dover dare spiegazioni sul proprio operato, senza doversi giustificare per nessuna scelta.
Chi compie azioni illecite e dannose non ha bisogno di regole, non gradisce il confronto, non ama sentirsi dire che quella cosa non doveva e non poteva essere fatta; in sostanza chi opera in questo modo mal sopporta la democrazia e le norme del vivere civile. Nella migliore delle ipotesi ignora chi, dal suo punto di vista, infastidisce il suo incedere, nella peggiore fa di tutto per fermarlo, per metterlo a tacere, con mezzi leciti e purtroppo anche con mezzi illeciti e criminali.
Un attentato all’informazione libera, l’unica che possa fregiarsi del titolo di vera informazione, ha sempre un retrogusto mafioso, intendendo con mafia tutto ciò che si oppone al regolare svolgimento della vita di una comunità. Traslando il concetto in politica, dobbiamo aver la forza di affermare che una classe politica, e mi riferisco al governo, che usa toni bellicosi e intransigenti verso ogni forma di critica e di opposizione, non fa altro che rafforzare il principio secondo il quale chi canta fuori dal coro non ha il diritto di farlo, e quindi va fermato. È l’essenza più intima delle dittature: il dissenso va represso in qualsiasi modo.
Noi di Sinistra Italiana andiamo dicendo da diversi mesi a questa parte che in questo paese tira una brutta aria, un vento cattivo che ricorda le pagine più buie della nostra storia nazionale.
Oggi, dopo questo attentato a Ranucci, dobbiamo avere il coraggio di dire che la responsabilità politica di quanto accaduto va totalmente addebitata alle dichiarazioni e agli atti scellerati che il governo in carica mette in atto ogni volta che deride chi si impegna in un’azione umanitaria, ogni volta che promulga una legge sulla sicurezza che si prefigge di eliminare il dissenso, ogni volta che pubblicamente accusa “la sinistra” di fomentare l’odio e l’intolleranza, ogni volta che usa espressioni razziste e xenofobe nei confronti della diversità da se stessa.
L’ulteriore ingrediente che agita e inacidisce la miscela è la profonda crisi sociale che questo paese sta attraversando. Persone che non arrivano a fine mese perché gli stipendi non sono adeguati al costo reale della vita, persone che non possono permettersi un tetto sopra la testa, persone che non trovano uno sbocco alla propria rabbia e frustrazione. Da sempre le crisi economiche portano la popolazione verso soluzioni più semplificate, le gettano in pasto all’uomo (o donna) forte di turno, che prende i loro diritti e ne fa carta straccia in nome del benessere superiore, che spesso è il proprio e quello dei potentati economico-finanziari.
Quello che è accaduto sarebbe ancora più grave se non ci attivassimo subito per far suonare l’allarme, per dire che certe cose sappiamo come nascono ma non sappiamo come vanno a finire.
Esprimiamo, come forza di sinistra e come cittadini sinceramente democratici , la nostra piena e sentita solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e a tutta la redazione di Report, ricordando che la sveglia sta suonando, non possiamo più silenziarla per dormire ancora qualche minuto.

Sinistra italiana Pesaro-Urbino


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