L’autunno del Panathlon Club Pesaro si è aperto all’insegna di una delle mission fondamentali del sodalizio: tramandare il patrimonio sportivo e culturale del territorio e perpetuare la tradizione sportiva di una città che è stata, ed è, all’avanguardia in tantissime discipline. Lo ha fatto rendendo omaggio e ricordando Angelo Romani, un grande campione che ha dato lustro alla città di Pesaro.
Numerosi gli aneddoti sul campione e sulla sua importanza per lo sviluppo del nuoto che si sono susseguiti durante la serata.
«L’acqua era la sua grande passione, un elemento essenziale per lui – Ha raccontato la moglie Laura Zanotti – E ha sempre mantenuto il suo amore per Pesaro».
«Era un uomo di poche parole – ricorda il nipote Marco Magni – si esprimeva nuotando. Da bambino lo seguivo sempre in piscina, cercavo di imparare i trucchi del mestiere che mi sono serviti in seguito come istruttore di nuoto. Amava Pesaro, ci venivamo ogni estate e andavamo a pescare le cozze ‘sottomonte’. Ci piacerebbe riportare le sue spoglie in questa città e creare uno spazio museale dove ricordarlo con le sue foto, le sue medaglie e i suoi trofei».
Non solo l’Angelo Romani nuotatore, ma anche l’Angelo Romani dirigente sportivo della DDS Nuoto Settimo Milanese: «Quando abbiamo creato la società l’abbiamo fatto con l’idea di fare agonismo, ma soprattutto di crescere uomini – Raccontano Remo Sacchi e Bianca Furiosi – Abbiamo avuto anche la fortuna di avere dei campioni tra i nostri atleti, ma siamo partiti con le idee ben chiare sull’importanza che aveva per noi la valenza educativa dello sport».
Una serata arricchita dal ricordo del periodo pesarese di Angelo Romani, e dei suoi primi passi nel nuoto, nelle parole di Franco Bertini e di Agostino Ercolessi: «Quando Angelo ha iniziato a nuotare si faceva ancora il bagno nel porto. – Ha esordito Bertini – È un atleta che ha inventato tanto, ha portato il nuoto moderno in Italia. Negli anni ‘50 Pesaro ha avuto per la prima volta un’occasione unica: avere due grandi atleti ai massimi livelli, erano Angelo Romani nel nuoto e Sandro Riminucci nella pallacanestro. Sogno che un tratto del porto venga dedicato a Romani, il precursore di tutto quanto è stato il nuoto pesarese».
«Vedevo Romani nuotare quando era bambino, il padre lo portava a nuotare sul molo. – Ricorda Ercolessi – Pochi anni dopo mi è capitato di accompagnare un gruppo di ragazzi alle gare categoria allievi a Napoli, per fare un favore a Osvaldo Berti; tra di loro c’era Angelo che era iscritto a 5 gare, le ha volute fare tutte e le ha vinte tutte. Gli anni successivi ha battuto tutti i record. È stato qualcosa di straordinario. Ha rappresentato l’innovazione del nuoto in Italia. A volte mentre si allenava mi tuffavo per capire il segreto, come faceva ad andare così veloce. Era un ragazzo delizioso, ho mantenuto i rapporti con lui anche quando si è trasferito a Milano».
«A Pesaro lo sport ha rivestito, e riveste tuttora, una funzione sociale e culturale preminente. Serate come questa aiutano a omaggiare e tenere viva la memoria di uomini come Angelo Romani da cui tutto è partito e il cui ricordo non possiamo permetterci venga disperso o annacquato dal tempo» ha commentato Angelo Spagnuolo, presidente del Panathlon Club Pesaro.
Ad aprire la serata è stato però un altro sentito ricordo, quello rivolto al socio Marco Bedinotti, scomparso il 29 agosto, che i soci del club hanno ricordato con gli aneddoti del presidente Spagnuolo, del past president Alberto Iaccarino e dell’ospite Franco Bertini.
Tanya Stocchi




