Ricci dopo l’interrogatorio fiume: “Ho risposto a tutto, ora torno tra la gente”. Cinque ore davanti alla PM. L’ex sindaco: “Sereno e determinato”. Santini ed Esposto si avvalgono della facoltà di non rispondere

PESARO – Un interrogatorio lungo oltre cinque ore, poi l’uscita strategica, con dichiarazione scritta alla mano. Ieri, Matteo Ricci, eurodeputato ed ex sindaco di Pesaro, attualmente candidato alle Regionali, è stato ascoltato dalla sostituta procuratrice Maria Letizia Fucci nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sugli affidamenti del Comune alle associazioni Opera Maestra e Stella Polare, tra il 2019 e il 2024.

Ricci è indagato per concorso in corruzione insieme ad altre 23 persone, tra cui il suo ex collaboratore Massimiliano Santini e Stefano Esposto, presidente delle due associazioni culturali al centro dell’indagine, che in quattro anni avrebbero ricevuto oltre mezzo milione di euro di fondi pubblici tra affidamenti diretti e contributi.

L’uscita preparata al millimetro

Alle 15.58, Ricci è uscito dalla caserma della Guardia di Finanza in via Gagarin a bordo di una Jeep Renegade bianca, guidata dal suo avvocato Lucio Monaco, con il portavoce seduto dietro. Ha frenato a metà strada, è sceso dal lato passeggero e si è rivolto ai giornalisti leggendo un breve messaggio di 38 secondi, scritto a mano su un foglio:

“Sono molto soddisfatto, ho risposto a ogni domanda e raccontato tutto ciò che so. Ho ribadito la mia assoluta estraneità ai fatti contestati e offerto un contributo per accertare la verità. Ringrazio i magistrati per il loro lavoro, sono sereno e determinato. Ora torno a fare ciò che ho sempre fatto: campagna elettorale tra la gente e per la gente.”

L’ex sindaco era entrato dalla porta secondaria della caserma alle 10.30, in camicia bianca e cravatta scura, senza rilasciare dichiarazioni.

Gli altri protagonisti scelgono il silenzio

Diversa la linea seguita dagli altri due indagati centrali, Santini ed Esposto, ritenuti dagli inquirenti il cuore operativo del presunto sistema: entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Santini, uscendo, ha solo lasciato intendere che “parlerà al momento opportuno”.

Ricci, invece, sin dall’arrivo dell’avviso di garanzia aveva annunciato la sua volontà di chiarire tutto. Lo ha ribadito anche venerdì scorso, davanti a circa duemila sostenitori riuniti a Baia Flaminia per una cena elettorale, dove ha parlato apertamente di “squadrismo mediatico” e difeso i suoi collaboratori, compreso Franco Arceci:

“Andrebbe premiato per la sua dedizione alla pubblica amministrazione”.

Non ha risparmiato nemmeno Santini:

“Se le accuse fossero vere, avrei sbagliato persona. Ma chi non ha mai sbagliato a scegliere un amico, un consulente, perfino un marito o una moglie?”

Le accuse e lo scenario politico

Secondo la Procura, i vantaggi ottenuti da Ricci non sarebbero di tipo economico, ma politico: consenso, visibilità e ritorno d’immagine. Diversamente, Santini ed Esposto avrebbero ricevuto benefici materiali e fondi pubblici. Per gli inquirenti, i tre rappresentano il nucleo centrale del presunto sistema corruttivo, mentre gli altri 21 indagati avrebbero avuto ruoli marginali.

La vicenda è ancora tutta da chiarire. Ma Ricci, con la sua dichiarazione cronometrata e studiata nel dettaglio, lancia un messaggio chiaro: è pronto a spostare la battaglia dalla sede giudiziaria a quella politica.

Rosalba Angiuli

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