Ecco 10 favolette da leggere con i nostri bambini al mare. Il protagonista è sempre lui, Cammello Caramello e la sua allegra brigata di amici.
Buon divertimento!
Rosalba Angiuli

Cammello Caramello e il mare che fa il solletico
Era una mattina d’estate, e Cammello Caramello si svegliò con un ruggito… di fame! Aveva sognato un panino al gelato, farcito di sabbia dolce e onde frizzanti. “Mammaaaa! Voglio andare al mare!” gridò, scendendo dal suo lettino a pois.
Rosalba, che era già sveglia e stava preparando un cappuccino al vento di maestrale, lo guardò sorridendo: “Cammellino, hai pulito gli zoccoletti?”
“Certo!” mentì Cammello Caramello, nascondendo dietro la schiena due zampette sabbiose.
In meno di un’ora erano in spiaggia. Il sole baciava la sabbia e le onde cantavano canzoni da spiaggia con le conchiglie. Caramello corse verso il mare, gridando: “Eccomi, oceano dei miei sogni!” (anche se era l’Adriatico, ma lui era molto poetico).
L’acqua gli fece subito il solletico alle ginocchia. “Aha! Fermati! Ahi! Basta! Ancora!” rise così tanto che una gabbianella, vedendolo, planò accanto e gli chiese: “Ma tu sei un cammello o un gelato al caramello impazzito?”
“Entrambi,” rispose lui con aria da saggio. “E anche un po’ poeta. Vuoi sentire una poesia?”
“No grazie,” disse la gabbianella. “Voglio solo il tuo panino.”
Caramello rise ancora, e insieme costruirono un castello dove regnava un delfino re, con il trono fatto di gusci e il mantello d’alga verde.
Alla fine del pomeriggio, Caramello si addormentò sotto l’ombrellone, con un secchiello come cuscino e il sorriso di chi sa che domani, il mare gli farà ancora il solletico.
Fine
Cammello Caramello e la medusa ballerina
Cammello Caramello era seduto sulla riva, intento a scolpire nella sabbia il suo capolavoro: una torta gigante a tre piani, con conchiglie come ciliegine e alghe come panna montata.
“È un’opera d’arte!” disse con orgoglio, mentre Danilo scattava foto con un bastone-selfie fatto di legnetti e scotch.
Ma all’improvviso… una musica dolce sembrò emergere dalle onde. Un ritmo lento, ondeggiante, che faceva muovere anche le palme sullo sfondo. Poi… una figura trasparente, fluttuante e piena di colori apparve nel mare.
“Chi sei?” chiese Caramello, spellandosi gli occhi.
“Sono Giulietta, la medusa ballerina,” rispose con voce soave. “E oggi danzo per la Luna, che di giorno dorme ma ascolta con il cuore.”
Cammello Caramello, affascinato, si alzò e provò a imitarla… ma le sue zampe facevano solo flop-flop e finì seduto sulla sua torta di sabbia.
Giulietta ridacchiò: “Vuoi che ti insegni?”
“Certo!” disse lui. “Ma io sono tutto zoccoletti e baffi, mica tentacoli leggeri!”
“La danza è dentro,” disse la medusa con un giro di medusa, “non nei piedi. Chi ascolta il mare, può sempre ballare.”
E così Cammello Caramello danzò. Male, malissimo. Ma con gioia. E Giulietta, fluttuando attorno a lui, lo incoraggiava con giravolte e spruzzi d’acqua salata.
Alla fine, si sedettero entrambi su un asciugamano con le orecchie da coniglio (regalo di mamma Rosalba), guardando il sole che andava a dormire.
“Ballare col cuore è come abbracciare il mare,” disse Giulietta.
“E oggi mi sento il Re del Mare… col mal di gambe!” sospirò Caramello, ridendo.
Fine
Cammello Caramello e il gabbiano che rideva sempre
Era una giornata ventosa sulla spiaggia. La sabbia volava un po’ dappertutto, anche nel panino di Danilo (che, per fortuna, era già stato morsicato solo una volta).
Cammello Caramello si stava costruendo un aquilone con una busta della spesa, uno spago da cucina e una decorazione di Pasqua. “Volerà!” disse fiducioso.
“Volerà… nel secchio della raccolta differenziata!” squittì una voce dall’alto.
Caramello guardò in su e vide un gabbiano paffuto con un cappello da marinaio. Svolazzava in tondo ridendo così forte che cadeva a spirale come una foglia.
“Mi chiamo Gedeone, e faccio il burlone. Ridere è il mio mestiere!”
Cammello si grattò un orecchio. “E perché ridi sempre?”
“Perché la vita è buffa!” rispose Gedeone, atterrando goffamente su un castello di sabbia (che crollò all’istante). “Vedi? Pure l’architettura qui fa ridere!”
Invece di arrabbiarsi, Cammello rise anche lui.
Passarono il pomeriggio a fare scherzi innocenti:
– sostituirono la crema solare di uno scoglio con yogurt alla vaniglia,
– piantarono una bandiera sul bagnino (che dormiva),
– misero conchiglie nei sandali di Rosalba (che però se ne accorse subito: “CAMMELLOOO!”).
Alla fine, Gedeone disse: “Ora devo volare verso nuove risate. Ma ricorda: se ti prendi troppo sul serio… ti perdi le onde migliori!”
E con una capriola aerea e una pernacchia affettuosa, volò via nel cielo arancione del tramonto.
Cammello Caramello guardò il suo aquilone: volava basso, storto e tutto tremolante. Ma… volava.
“E rideva pure lui.”
Fine
Cammello Caramello e la tartaruga dei segreti
Quel giorno il mare era calmo come un bicchiere pieno d’acqua. Niente onde, niente vento, solo il cielo che sbadigliava e le formiche che facevano picnic vicino all’ombrellone.
Cammello Caramello si annoiava. Aveva già:
– mangiato due gelati (di cui uno per sbaglio era alla cozza),
– fatto una buca che arrivava quasi in Australia,
– scritto una poesia per il secchiello (“Sei rosso, ma non ti arrabbi mai”).
“Che noia piatta!” brontolò.
Proprio in quel momento, qualcosa si mosse lentamente vicino agli scogli. Era una tartaruga con un cappello di paglia, occhiali da sole e una collana di coralli.
“Buongiorno,” disse con voce profonda. “Mi chiamo Teodora. Cammino piano, ma so tante cose.”
Cammello Caramello drizzò le orecchie. “Tipo?”
“Tipo dov’è nascosto il segreto del mare.”
Il piccolo cammello sobbalzò. “Un tesoro?! Una grotta magica?! Una pizza galleggiante?!”
“No,” disse Teodora. “È qualcosa che puoi vedere solo se resti fermo. Vuoi provarci?”
Cammello fece un respiro profondo e si sedette accanto a lei. Passò il tempo. Un gabbiano fece pipì da molto in alto (per poco non colpì). Un granchietto attraversò il sentiero portando una molletta.
Poi, improvvisamente, Caramello lo vide:
– due delfini saltavano all’orizzonte,
– una nuvola sembrava un cuore,
– il sole rifletteva sull’acqua come un sorriso.
“È bellissimo,” sussurrò.
“Il segreto è tutto qui,” disse Teodora. “Il mare parla solo a chi smette di correre e inizia ad ascoltare.”
Cammello rimase in silenzio, con il cuore che faceva toc toc molto piano.
E da quel giorno, ogni tanto, si sedeva accanto agli scogli e diceva: “Shhh… sto ascoltando il mare.”
Fine
Cammello Caramello e il cavalluccio dal cuore che batte
Il mare, quel pomeriggio, sembrava più azzurro del solito. Forse perché il sole era felice, o forse perché Cammello Caramello aveva appena scoperto che nella conchiglia più grande della spiaggia si nascondeva un’eco che diceva “Ti voglio bene!” ogni volta che ci soffiavi dentro.
“Mamma Rosalba, questa conchiglia è magica!” gridò correndo.
“No, è il vento,” rispose lei sorridendo. “Ma tienila, magari serve a qualcuno.”
Così Cammello la mise nello zainetto (a forma di ananas) e andò a giocare vicino agli scogli. Lì incontrò qualcosa di piccolo, tutto riccioli e timidezza, che si dondolava tra le alghe.
“Ehi, chi sei?” chiese Caramello.
“Sono Nino, il cavalluccio marino,” rispose una vocina tremolante.
“Perché sembri triste come una ciabatta persa?”
Nino sospirò. “Perché sono innamorato di Stella, una stella marina che danza sotto il pontile. Ma io… non so cosa dirle. Ogni volta che la vedo mi incastro nelle alghe per la vergogna.”
Cammello ci pensò su. “Devi dirle qualcosa che viene dal cuore. Anche se è piccolo come il tuo!”
“Il mio cuore è piccolo ma batte fortissimo,” disse Nino. “Tocca.”
Caramello mise il dito sul petto del cavalluccio e… TUMP-TUMP-TUMP… sembrava un tamburo in miniatura.
“Ho un’idea!” disse il cammellino, e gli regalò la conchiglia. “Soffia qui dentro. E quando sentirà il ‘ti voglio bene’, saprà che sei stato tu.”
Nino lo fece, e poi sparì tra le onde.
Il giorno dopo, Caramello tornò a cercarlo. E trovò… una letterina scritta su un’alga:
“Caro Caramello, le ho parlato. Ora danziamo insieme tra le onde. Grazie. Nino 💙”
Cammello Caramello sorrise. Poi corse via a costruire cuori di sabbia per tutti i pesci innamorati del mondo.
Fine
Cammello Caramello e Stella la stella timida
La sera stava calando sulla spiaggia, e il cielo si tingeva di arancione, rosa e viola.
Cammello Caramello stava raccogliendo conchiglie per il suo museo delle meraviglie, quando sentì un singhiozzo provenire da una pozza d’acqua.
Si avvicinò piano e vide una piccola stella marina tremante che si nascondeva dietro un sasso.
“Ciao,” disse Caramello con voce dolce. “Perché piangi?”
“Ho paura del buio,” rispose Stella con un filo di voce. “Quando il sole se ne va, tutto diventa nero e io non riesco a vedere nulla.”
Cammello si sedette accanto a lei. “Anche a me certe volte il buio fa un po’ paura. Ma sai cosa faccio? Guardo le stelle in cielo. Loro brillano per noi.”
Stella guardò il cielo e, con gli occhi lucidi, vide mille luci piccole piccole.
“Allora… possiamo fare una festa di luce?” propose Caramello.
“Come?”
“Chiamerò la medusa ballerina Giulietta e il gabbiano Gedeone. Faremo una danza luminosa per scacciare la paura.”
E così fecero. Giulietta brillava come un lampadario di cristallo, Gedeone faceva voli acrobatici creando scie di luce, e Caramello… beh, lui batteva il ritmo col suo zoccolo, un po’ stonato ma pieno di cuore.
La paura di Stella si trasformò in sorriso. E il buio? Non faceva più paura.
“Grazie, amici,” disse Stella, “ora il buio è un mare di stelle.”
E Cammello Caramello imparò che anche le paure più grandi si possono affrontare… con un po’ di luce e tanti amici.
Fine
Cammello Caramello e il granchietto timido
Sulla spiaggia, tra conchiglie e ciottoli, viveva un piccolo granchio chiamato Grisù. Era così timido che quando qualcuno lo guardava, si ritraeva subito nella sua tana fatta di sabbia e alghe.
Un giorno Cammello Caramello lo trovò nascosto sotto una foglia secca. “Perché ti nascondi sempre, Grisù?”
“Ho paura di non essere abbastanza bravo,” mormorò Grisù. “Gli altri granchi corrono veloci, io cammino piano.”
“Ma non serve correre,” disse Caramello sorridendo. “A volte basta fare un passo alla volta.”
Così Caramello iniziò a giocare con Grisù, insegnandogli a muoversi piano ma sicuro.
Con il tempo, Grisù trovò il coraggio di uscire dalla tana e… fece il suo primo ballo della sabbia davanti a tutti!
Tutti applaudirono, e Grisù sorrise più grande di una conchiglia aperta.
“Vedi? Anche il più timido può brillare,” disse Caramello.
Fine
Cammello Caramello e Otto il polpo artista
Sotto la superficie limpida del mare viveva Otto, un polpo con otto tentacoli e un talento speciale: dipingeva quadri con la sabbia colorata e le conchiglie.
Un giorno, Cammello Caramello lo incontrò mentre stava creando un grande murale sulla roccia, raffigurante una festa di pesci e stelle marine.
“Wow, Otto! Come fai a dipingere con le dita così tante cose?”
“Ogni tentacolo è una pennellata diversa,” spiegò il polpo, “e dipingere è come danzare nell’acqua.”
Caramello rimase incantato e chiese se poteva imparare anche lui.
“Certo! Ma serve pazienza e tanta fantasia.”
Così i due amici passarono il pomeriggio a dipingere con le mani e i tentacoli, creando un arcobaleno di forme e colori.
Quando la notte arrivò, le onde sembravano applaudire la loro opera.
“L’arte è la danza del cuore,” disse Otto.
“E oggi ho ballato anche io,” sorrise Caramello.
Fine
Cammello Caramello e Luna, la medusa curiosa
Una mattina, mentre il sole si rifletteva sulle onde come mille diamanti, Cammello Caramello incontrò una medusa piccola piccola, con tentacoli che sembravano fili di luce.
“Ciao, io sono Luna,” disse lei con voce dolce. “Mi piace esplorare il mare, ma ho paura di perdermi.”
Caramello sorrise: “Allora andiamo insieme! Io conosco ogni granello di sabbia.”
Insieme attraversarono prati di alghe, giocando a nascondino tra le rocce e ridendo con i pesci pagliaccio.
Luna imparò che anche se il mare è grande, con un amico vicino si può sempre trovare la strada.
“Grazie, Cammello,” disse Luna mentre il sole calava piano. “Ora non ho più paura.”
E così, sotto la luce delle stelle, Cammello Caramello e Luna ballarono la loro danza di amicizia.
Fine
Cammello Caramello e la festa delle onde
Era il giorno più speciale dell’estate: la spiaggia si era trasformata in un vero teatro di luci e colori.
Cammello Caramello aveva invitato tutti i suoi amici:
- Giulietta, la medusa ballerina,
- Gedeone, il gabbiano burlone,
- Teodora, la tartaruga saggia,
- Nino, il cavalluccio marino innamorato,
- Stella, la stella marina coraggiosa,
- Grisù, il granchietto timido,
- Otto, il polpo artista,
- Luna, la medusa curiosa.
Insieme, prepararono una festa incredibile: Otto dipinse grandi murales sulle rocce, Gedeone faceva acrobazie nel cielo, Giulietta danzava nell’acqua illuminata, e Teodora raccontava storie antiche del mare.
Cammello Caramello, al centro, batteva il ritmo con i suoi zoccoli felici.
Nino e Stella danzavano insieme, mentre Grisù trovava il coraggio di raccontare una barzelletta che fece ridere tutti.
Luna esplorava curiosa ogni angolo, e il mare sembrava cantare con loro.
Quando la luna salì alta, una cascata di stelle cadenti illuminò il cielo.
“Questa è la vera magia,” disse Caramello sorridendo, “quando amici e mare si uniscono in un unico abbraccio.”
E così, tra risate, balli e colori, la spiaggia divenne un luogo dove ogni paura spariva, ogni cuore batteva forte… e ogni giorno era una nuova favola.
Fine
