Quando il microcredito non è per i poveri

Riceviamo e pubblichiamo:

Il microcredito dovrebbe essere una mano tesa verso chi è in difficoltà: persone anziane, famiglie con disabilità, cittadini esclusi dal credito tradizionale. Eppure, accedere a questo aiuto si sta rivelando un percorso a ostacoli, talvolta insormontabili.

Una cittadina marchigiana, con una pensione modesta, problemi di salute e un figlio disabile a carico, si è rivolta al microcredito regionale dopo aver affrontato spese impreviste, bollette non rateizzabili e la totale assenza di aiuti da parte dei servizi sociali. La risposta ricevuta? “Il suo 730 è troppo alto”.

Ma quel documento fiscale, che sembra guidare ogni decisione, non dice nulla delle difficoltà vere: della malattia, della disabilità in famiglia, delle rinunce quotidiane. Non racconta l’isolamento, la fatica di far fronte alle spese più essenziali, né la mancanza di un supporto reale.

A chi è davvero destinato, allora, il microcredito? Se chi vive situazioni concrete di disagio viene escluso a priori, in base a numeri che non raccontano la verità, possiamo ancora chiamarlo uno strumento “sociale”?

Il rischio è che resti solo un’illusione: disponibile sulla carta, negato nella pratica.

Invitiamo altri cittadini che hanno vissuto esperienze simili a scrivere alla nostra redazione. È ora di aprire un confronto serio su chi viene davvero ascoltato e chi no.

Redazione Pesaro Notizie – rossangiuli@gmail.com

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