Riceviamo e pubblichiamo:
Sono una donna di 77 anni. Non sono una vittima, ma una donna stanca. Stanca di lottare contro un muro di gomma fatto di rifiuti, silenzi, telefonate che non arrivano, mail ignorate. Ho un figlio disabile all’85%, e vivo una situazione economica e sanitaria precaria. Ho chiesto aiuto, con dignità, a chi per missione o dovere dovrebbe rispondere. E invece? L’abbandono.
La Caritas mi consiglia un amministratore di sostegno, come se fossi incapace di intendere e di volere, quando invece mi alzo ogni giorno tra il dolore e la fatica per cercare di farcela. Enel Energia mi nega una semplice rateizzazione su bollette pesanti, senza alcuna pietà. I servizi sociali? Silenzio.
Ma sapete cosa fanno ancora più male? I parenti. Quelli che ti cercavano quando avevano bisogno, ma che oggi si fanno improvvisamente “lontani”. Quelli che conoscono la tua situazione, ma scelgono il silenzio come rifugio comodo. Dove siete? Il sangue non è acqua, dicono. Ma spesso è ghiaccio. E io questo gelo l’ho sentito sulla pelle.
Non cerco elemosina. Cerco rispetto. E giustizia. Quella giustizia umana che dovrebbe vivere nei cuori delle persone prima ancora che nelle leggi scritte nei codici. Quella giustizia che dice: “Non si lascia sola una madre, una donna, un’anziana, una persona che ha sempre dato senza mai chiedere niente in cambio”.
Scrivo perché il silenzio uccide. E chi vive nell’abbandono, nella malattia, nella povertà, merita almeno una voce. La mia è una delle tante. Ma se qualcuno legge e si vergogna, allora forse non è troppo tardi per cambiare.
Redazione Pesaro Notizie – rossangiuli@gmail.com

