Matteo Ricci, tra visibilità e realtà: quando la politica diventa marketingdi

Sfogliando le pagine del Resto del Carlino di oggi, il lettore pesarese ha come la sensazione di trovarsi di fronte a una monografia politica più che a un quotidiano: Matteo Ricci ovunque. Dichiarazioni, presenze, foto sorridenti, conferenze, promesse, celebrazioni. Il sindaco uscente – già proiettato da tempo verso nuove vetrine romane – sembra essere diventato l’unico protagonista della scena locale. Ma cosa raccontano davvero questi articoli? E soprattutto, cosa nascondono?

Negli ultimi anni Ricci ha saputo muoversi con grande abilità nel panorama mediatico, dosando dichiarazioni e presenze come un esperto di comunicazione. Ogni iniziativa diventa una notizia, ogni parola un titolo. Ma dietro questa costruzione d’immagine, quanti problemi della città sono rimasti irrisolti?

Le bollette impazzite che mettono in ginocchio famiglie fragili, la sanità pubblica sempre più indebolita, i trasporti carenti per disabili e anziani, il lavoro che manca e la burocrazia che umilia chi ha bisogno. Dove sono queste voci nei giornali? Dove sono i volti di chi non ce la fa, nel giorno in cui Ricci riempie cinque pagine?

L’effetto saturazione è dietro l’angolo. La politica mediatica a dosi massicce non sempre genera consenso. Anzi, rischia di provocare l’effetto opposto: stanchezza, sfiducia, alienazione. I cittadini si sentono spettatori, non interlocutori. Vedono apparati di potere che si autocelebrano, mentre la loro realtà quotidiana resta invisibile.

Un tempo si diceva che i giornali dovessero “dare voce a chi non ha voce”. Oggi, troppo spesso, sembrano fare da cassa di risonanza a chi ha già troppi megafoni. Serve un giornalismo più libero, più coraggioso. Che non si accontenti delle conferenze stampa, ma che sappia scendere nei quartieri, entrare nelle case, ascoltare chi è rimasto indietro. Non servono altri selfie. Servono risposte.

Rosalba Angiuli

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