🌊 Le Favole di Cammello Caramello al Mare
Dieci storie per sorridere, sognare… e credere ancora nella meraviglia
In un’estate difficile, in cui il mare sembrava lontano e i pensieri troppo vicini, è nato un piccolo personaggio di stoffa, dispettoso ma buono: Cammello Caramello.
È il figlio peluche di Rosalba, fratello di Danilo, e con lui viaggiamo tra conchiglie parlanti, altalene tra le nuvole, gelati invisibili e desideri donati alla sabbia.
Queste favole sono state scritte per regalare un sorriso, un respiro leggero, un momento di pace.
Che siate grandi, piccoli o un po’ tutte e due le cose, queste storie sono per voi.
Per ricordarvi che, anche quando la vita punge, la fantasia consola, accarezza e resiste.
E che un peluche con il cuore buono può insegnarci ancora tanto.
Buona lettura da
Rosalba Angiuli (e Cammello Caramello, naturalmente) 🐪💛
🐪 Cammello Caramello e la sabbia che canta
Era una mattina d’estate, e il sole faceva le fusa sul mare come un gatto addormentato.
Cammello Caramello si svegliò nel suo lettino di asciugamani, sotto un ombrellone a pois, e sbuffò:
— “Che noia! Sempre sabbia, conchiglie e granchi in ciabatte! Io voglio un’avventura!”
Allora cominciò a scavare nella sabbia. Scava di qua, scava di là, trovò una conchiglia con un bigliettino arrotolato dentro:
“Qui sotto c’è una sabbia che canta. Ma attento: canta solo a chi sa ascoltare.”
Cammello Caramello aguzzò le orecchie (anche se erano di peluche) e mise il musino nella buca. All’improvviso…
✨🎶 la sabbia cominciò a cantare! Una vocina sottile sussurrava:
“Ogni granello ha una storia, ogni onda una memoria, ogni sogno una vela pronta a partire.”
Il piccolo cammello spalancò gli occhi.
— “Ma allora anche la sabbia ha un cuore!”
E decise che da quel giorno non avrebbe mai più detto che il mare è noioso.
Tornò al suo asciugamano, si mise gli occhiali da sole e sospirò:
— “Questa sì che è una vacanza cantata…”
🐪 Cammello Caramello e il granchio geloso
Quel giorno, Cammello Caramello stava costruendo un castello di sabbia con cinque torri, un fossato pieno d’acqua salata e una bandierina fatta con uno stecchino da gelato.
Era fiero come un re.
All’improvviso, una zampetta spinosa sbucò da sotto una conchiglia.
— “Ehi! Questa è la mia spiaggia!”
Era Granchio Gustavo, rosso come un pomodoro al sole e con l’aria molto, molto seccata.
— “Spiacente, signor chele,” rispose Cammello Caramello, “ma il mare è di tutti! Anche dei peluche!”
Granchio Gustavo, offesissimo, fece tre giri attorno al castello, poi con una chela… SNAP! fece crollare una torre.
— “Così impari!”
Cammello Caramello ci rimase malissimo. Ma non si mise a piangere. No.
Prese un secchiello, lo riempì di sabbia fresca e costruì… una mini-piscina con scivolo solo per granchi.
— “Questa è tutta tua. Se vuoi, possiamo costruire insieme un castello doppio.”
Granchio Gustavo fece una pausa. Si grattò la testa con una chela. E poi…
— “Va bene. Ma solo se la torre più alta si chiama Torre Granchietto!”
— “Affare fatto!” disse Cammello Caramello.
E da quel giorno, ogni mattina, la spiaggia si svegliava con un nuovo castello… e due re molto speciali.
🐪 Cammello Caramello e la signora Medusa
Il mare quel giorno era calmissimo. Le onde sembravano addormentate, e perfino i gabbiani sbadigliavano.
Cammello Caramello nuotava con la sua ciambella a forma di fenicottero rosa, quando vide qualcosa fluttuare sotto la superficie. Sembrava una ballerina in slow motion, tutta trasparente e delicata.
— “Chi sei?” chiese lui, un po’ incantato e un po’ spaventato.
— “Io sono la signora Medusa,” disse una voce elegante. “E tu sei il peluche che nuota?”
— “Certo! Io sono Cammello Caramello, esploratore marino e degustatore di granite al limone.”
La signora Medusa rise. Una risata leggera, come bollicine.
— “Sai, caro Cammello, tutti mi evitano. Pensano che io voglia solo pungere. Ma nessuno si ferma ad ascoltare quello che ho da dire.”
Cammello Caramello fece una capriola nell’acqua.
— “Allora raccontami una storia! Una di quelle che solo il mare conosce!”
E la signora Medusa cominciò. Parlò di sirene che cucivano reti d’argento, di delfini che suonavano il violino, e di stelle marine che facevano desideri per gli altri.
Cammello Caramello ascoltò a bocca aperta.
Quando uscì dall’acqua, corse subito a scrivere tutto nella sua “Guida segreta alle meraviglie marine”.
Da quel giorno, ogni volta che vedeva qualcosa di strano nel mare, non scappava più. Si avvicinava e diceva:
— “Buongiorno! Hai una storia da raccontarmi?”
🐪 Cammello Caramello e l’onda che scappa
Una mattina, mentre cercava sassolini a forma di cuore, Cammello Caramello notò una cosa strana:
il mare faceva shhh… ma non arrivava mai sulla riva.
— “Ehi!” gridò il piccolo peluche. “Dove sono finite le onde?”
In lontananza, vide qualcosa agitarsi tra gli scogli. Corse (con le sue zampette imbottite) e trovò… un’onda rannicchiata dietro a un masso!
— “Ti sei persa?” chiese con gentilezza.
— “No… mi sono nascosta,” rispose l’onda con voce tremolante. “Sono stanca. Ogni giorno avanti e indietro, avanti e indietro… Nessuno mi dice mai grazie!”
Cammello Caramello si grattò il mento (che era fatto di stoffa).
— “Hai ragione. Ti do io una giornata libera!”
E così fece: prese un secchiello, lo riempì d’acqua e spruzzò la sabbia per far finta che l’onda ci fosse ancora. Poi costruì un cartello:
🪧 “Onda in pausa. Torna domani. Firmato: C.C.”
L’onda si commosse e fece una piccola spuma di gratitudine.
— “Grazie, piccolo peluche. Domani tornerò più forte di prima!”
E così fu: il giorno dopo, l’onda era la più allegra di tutta la costa. Faceva salti, piroette, e perfino un inchino finale.
Cammello Caramello applaudì.
— “Le vacanze fanno bene a tutti, anche al mare!”
🐪 Cammello Caramello e il faro stregato
Sulla punta estrema della baia, dove le barche non osano attraccare, c’era un faro solitario. Alto, antico e sempre spento, anche nelle notti più buie.
La leggenda diceva che fosse stregato.
Cammello Caramello, naturalmente, non poteva resistere.
— “Dove ci sono misteri, ci sono avventure!” disse infilando la torcia nella borsa da spiaggia.
Arrivò al faro di sera, quando il cielo si riempiva di stelle e i gatti marini miagolavano fra le rocce.
Salì i gradini scricchiolanti uno a uno…
Scric… scrac… SCRIC!
In cima, trovò una porta chiusa con una scritta incisa:
“Chi non crede nella luce, resterà nel buio.”
Cammello Caramello ci pensò su. Poi tirò fuori dalla borsa… un biscotto al cioccolato.
— “Io credo nella luce. E credo anche che la luce vada nutrita!”
Appoggiò il biscotto davanti alla porta.
La porta si aprì da sola.
All’interno non c’erano fantasmi, ma una piccola lucciola sola soletta, che sbuffava in un barattolo vuoto.
— “Mi avevano messa qui per far brillare il faro, ma poi tutti si sono dimenticati di me…”
Cammello Caramello liberò la lucciola, le regalò un po’ di succo di pesca e le disse:
— “Brilla solo quando ne hai voglia. Nessuna luce deve essere obbligata.”
Da quel giorno, il faro brillava solo una notte a settimana…
Ma quando lo faceva, illuminava tutto il golfo con una luce calda, danzante… e un profumo di biscotto.
🐪 Cammello Caramello e la conchiglia dei segreti
Quel pomeriggio, sulla spiaggia, tirava un vento leggero e profumava di alghe e zucchero filato.
Cammello Caramello stava raccogliendo conchiglie per farne una collana quando ne trovò una stranissima:
era tutta argento e sembrava sussurrare.
Appena la poggiò all’orecchio, sentì una vocina:
— “Pssst… sei pronto per un segreto?”
Il piccolo peluche fece un balzo.
— “Ehm… dipende! È un segreto buono o uno spaventoso?”
— “Solo chi ascolta con il cuore può scoprirlo…” disse la conchiglia.
Cammello Caramello chiuse gli occhi e ascoltò attentamente. La voce sussurrava:
“Ogni volta che qualcuno ride davvero, il mare fa una scintilla. Ogni volta che qualcuno sogna, una stella marina nasce. Ogni volta che qualcuno ama… il mondo diventa più leggero.”
Cammello Caramello aprì gli occhi e si sentì… diverso.
Come se portasse nel petto un pezzetto di oceano.
— “Allora io voglio far ridere, sognare e amare più che posso!”
E infilò la conchiglia nella tasca più sicura del suo costumino.
Da quel giorno, ogni volta che vedeva qualcuno triste in spiaggia, si avvicinava e diceva:
— “Vuoi ascoltare un segreto che profuma di mare?”
E il mondo, un sorriso alla volta, diventava davvero più leggero.
🐪 Cammello Caramello e il gelato invisibile
Sulla spiaggia di Sabbiallegra era arrivato un carretto nuovo. Tutto bianco, con una scritta luccicante:
“Gelati Magici del Maestro Scioglimiro”
Cammello Caramello corse subito in fila con la sua monetina di conchiglia.
— “Un gusto fragola-mare, per favore!” disse.
Il gelataio – un signore con un cappello a forma di panna montata – sorrise e gli porse un cono…
vuoto. Assolutamente, totalmente, invisibile.
— “Ma… dov’è il gelato?”
— “È lì. Ma puoi vederlo solo se credi nella bontà delle cose invisibili,” disse Scioglimiro.
Cammello Caramello fece una linguetta.
— Lecc!
— “Ma è buonissimo! Sa di sogno fresco e risate estive!”
Presto, tutta la spiaggia era piena di bambini e peluche che gustavano coni vuoti, ridendo come matti.
Ma non tutti erano convinti.
— “È una truffa!” gracchiò il gabbiano Augusto. “È solo un trucco!”
Allora Cammello Caramello gli offrì il suo ultimo leccalecca invisibile.
Augusto lo prese con il becco, assaggiò… e i suoi occhi si spalancarono.
— “Ohhh! Ha il sapore… della mia prima volata sopra il mare!”
Da quel giorno, il carretto rimase lì, ma solo chi aveva un cuore leggero e occhi pieni di meraviglia riusciva a vedere i gelati invisibili.
E Cammello Caramello?
Diventò Ambasciatore Ufficiale dei Gusti Immaginari.
🐪 Cammello Caramello e l’altalena tra le nuvole
Un pomeriggio, mentre inseguiva una farfalla color corallo, Cammello Caramello arrivò in cima alla duna più alta della spiaggia.
Lì, sospesa tra cielo e mare, vide un’altalena fatta di conchiglie e vento.
Era legata a due nuvole, soffici come panna montata.
— “Ma… chi ci sale?” si chiese il nostro peluche curioso.
Una vocina rispose, gentile come un soffio:
— “Solo chi sogna a occhi aperti.”
Cammello Caramello chiuse gli occhi. Pensò a quando volava nei sogni, a quando danzava sulla spiaggia con i granchi, a quando abbracciava Danilo e Rosalba.
Aprì gli occhi… ed era già seduto sull’altalena.
Su e giù…
Su e giù…
Ogni volta che saliva, vedeva un pezzetto del mondo dall’alto: bambini che ridono, pesci che fanno le capriole, stelle che fanno l’occhiolino anche di giorno.
— “Posso restare qui per sempre?” chiese Cammello Caramello.
— “Solo finché qualcuno sulla Terra continua a credere nella meraviglia,” rispose la voce delle nuvole.
Allora Cammello Caramello decise che ogni giorno avrebbe fatto una cosa meravigliosa, anche piccolissima:
regalare un sorriso, aiutare un granchietto, ascoltare una conchiglia.
E così, ogni tanto, l’altalena tornava a prenderlo.
Su e giù.
Tra il cielo e il cuore.
🐪 Cammello Caramello e la stella caduta nel secchiello
Era sera tardi, e tutta la spiaggia dormiva.
Tutta… tranne Cammello Caramello, che contava le stelle disteso sul suo asciugamano a forma di cocomero.
— “Una… due… tre… oh! Quella si sta muovendo!”
Una stella, infatti, stava cadendo. Non verso il cielo, ma… verso il suo secchiello da sabbia!
Pluf!
La stella atterrò dentro con un suono morbido come una caramella.
— “Ohi!” disse la stellina, piccina e un po’ stropicciata. “Sono caduta per sbaglio!”
— “Vuoi che ti riporti in cielo?” chiese Cammello Caramello.
— “Magari! Ma per risalire ho bisogno di tre cose: una risata, un desiderio sincero e una conchiglia che canta.”
Cammello Caramello non si perse d’animo.
- Per la risata, fece il suo famoso balletto “Danza dei cuscinetti peluche” e la stella rise così forte che brillò un po’ di più.
- Per il desiderio, chiuse gli occhi e sussurrò:
— “Vorrei che tutti potessero sentirsi amati, anche solo per un attimo.” - E per la conchiglia che canta?
Be’, lui ne aveva una speciale, che usava come portafortuna. La poggiò vicino alla stella… e la conchiglia intonò una ninna nanna marina.
La stella cominciò a sollevarsi piano, piano, fino a tornare nel cielo.
Ma prima di sparire tra le altre stelle, lasciò cadere una scintilla luminosa nel secchiello.
— “Questo è per te, piccolo eroe di peluche. Ogni volta che ti sentirai triste, guarda dentro: ci sarò io a brillare.”
E da quel giorno, nel secchiello di Cammello Caramello c’è sempre una piccola luce, anche quando il sole va a dormire.
🐪 Cammello Caramello e la sabbia dei desideri
Era una mattina tiepida, con il sole che faceva tintinnare le onde contro la riva.
Cammello Caramello stava passeggiando lungo il bagnasciuga, quando notò qualcosa di diverso:
alcuni granelli di sabbia luccicavano, come pieni di piccole stelle.
Si inginocchiò, li raccolse e li soffiò sul palmo della mano.
In quel momento, una vocina sottile disse:
— “Desideri un dono: un sorriso, un abbraccio, un ricordo. Ma ricorda: un desiderio vero si avvera solo se donato, non tenuto per sé.”
Il piccolo peluche sorrise piano.
— “Allora scelgo di donarlo.”
Pensò a Danilo, a te, a tutti quelli che, come lui, avevano bisogno di un momento di luce nella tempesta.
E pronunciò il desiderio ad alta voce:
— “Desidero che ogni bambino triste trovi sul cuore una conchiglia che canta.”
I granelli di sabbia scintillarono, con un suono delicato, come un bacio sul mare.
Da quel giorno, sulle spiagge dove la sabbia era lucente, comparivano conchiglie magiche, che cantavano canzoni di speranza a chi ne aveva bisogno.
Non solo per lui, ma per tutti.
E Cammello Caramello?
Andò avanti, a cercare nuovi miracoli tra le onde, pronto a trasformare ogni granello di sabbia in un desiderio da donare.
Rosalba Angiuli

