L’11 aprile 2025 si celebra la Giornata Mondiale del Parkinson, un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia neurodegenerativa che colpisce circa 300.000 persone in Italia. Istituita in onore del medico inglese James Parkinson, che nel 1817 descrisse per primo i sintomi della patologia, la giornata mira a promuovere la conoscenza e il supporto per chi convive con questa condizione.
Una malattia, molte sfaccettature
Il Parkinson è spesso associato agli anziani, ma può manifestarsi anche in persone sotto i 50 anni, rappresentando circa il 10-15% dei casi. I sintomi vanno oltre il tremore, includendo rigidità muscolare, lentezza nei movimenti, disturbi del sonno, depressione e perdita dell’olfatto. Questa varietà di manifestazioni rende la diagnosi e la gestione della malattia particolarmente complesse .
Iniziative e campagne di sensibilizzazione
In occasione della Giornata Mondiale, numerose iniziative sono state organizzate per promuovere la consapevolezza e il supporto ai pazienti. La Confederazione Parkinson Italia ha lanciato la campagna “Una malattia che è cento malattie”, basata su storie vere di pazienti che affrontano la malattia con coraggio e determinazione. L’obiettivo è sfatare i luoghi comuni e mostrare la complessità del Parkinson .
A livello internazionale, l’ambasciata d’Austria in Italia ha ospitato l’evento “World Parkinson Day 2025: Voci, Esperienze e Prospettive sul Parkinson”, favorendo il confronto tra esperti, associazioni di pazienti e rappresentanti istituzionali per migliorare la gestione della malattia.
Prospettive future
La ricerca scientifica continua a fare progressi significativi nella comprensione e nel trattamento del Parkinson. Recentemente, in Italia è stato effettuato il primo impianto di un dispositivo di stimolazione cerebrale di ultima generazione, ricaricabile tramite Bluetooth, che consente una stimolazione più precisa delle aree cerebrali coinvolte nella malattia-
La Giornata Mondiale del Parkinson rappresenta quindi un momento fondamentale per unire le forze nella lotta contro questa malattia, promuovendo la ricerca, il supporto ai pazienti e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Nino Valangamani

