Ricorda

Voi che vivete sicuri

nelle vostre case,

Voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

e ripetetele ai vostri figli.

Primo Levi, 1946

Questo bambino, di cui non conosciamo il nome, trovò la morte pochi minuti dopo l’arrivo, nella camera a gas. Poi fu bruciato. Le sue ceneri disperse nei campi vicini. Questa immagine fu ripresa nell’estate del 1944 sulla banchina ferroviaria del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Milioni di ebrei subirono la stessa sorte. Solo ottant’anni fa, nel mezzo della moderna Europa, per la sola colpa di essere nati. Tra i brani musicali dello storico concerto di Francesco Guccini e dei Nomadi al Kiwi di Modena (1979) da ricordare LA CANZONE DEL BAMBINO NEL VENTO (AUSCCHWITZ).

Son morto con altri cento son morto ch’ero bambino / passato per il camino e adesso sono nel vento / Ad Auschwitz c’era la neve il fumo saliva lento / nel freddo giorno d’inverno / e adesso sono nel vento /

MASSIMO MAGI

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