PESARO – Ne parlo in questi giorni con un gran numero di cittadini preoccupati, che hanno appena visto trionfare, in Emilia-Romagna e in Umbria, quella buona politica che pone ambiente e cultura al primo posto non a parole, ma con una progettualità attenta, precisa e competente. A Pesaro questi aspetti sono trascurati e la nostra città perde a poco a poco la sua identità, la sua unicità. La ripresa della cultura e dell’ambiente deve partire dai quartieri, lo pensano in tanti.
L’1 dicembre ci sono le elezioni di Quartiere e non è un appuntamento da sottovalutare. Mi rendo conto che i candidati non avranno le mani completamente libere, ma sicuramente possono influire sulle scelte del loro partito e della loro coalizione. Alcuni di loro hanno manifestato l’intenzione di lavorare per sostenere le imprese locali. Ce n’è bisogno. Altri hanno parlato di politiche sociali più vicine alle persone; tenuto conto di come vivano le persone emarginate in città e di come prevalgano le politiche securitarie rispetto alle umanitarie, è un’urgenza anche questa. Ambiente: un po’ troppo generici gli impegni, a mio avviso. Per il fondale marino, stressato da ruspe di ripascimento all’avvicinarsi dell’estate e trascurato, cosa si vuol fare? Per il verde, dove si capitozza e abbatte a volontà e non si è mai, dico mai salvato un solo albero spostato dal vento e dalla pioggia, come si vuole cambiare? Come mutatar le linee di intervento?
Arrivano le turbine eoliche con un impatto devastante. Le si vogliono fermare o non se ne vuole parlare proprio? E biodigestori e inceneritori? Perdiamo territorio naturalistico e agricolo, arrivano colate di cemento dappertutto… ci sono candidati che vogliono impegnarsi in questo ambito?
Ultima, ma di certo non meno importante, la cultura. Siamo la città che possiede un parco di architetture antiche da recuperare fra i più ricchi d’Italia, con edifici formidabili: il Complesso della Misericordia del grande Lazzarini; il San Benedetto del Cappellini, che contiene architetture rinascimentali e barocche; l’ala posteriore di Palazzo Almerici, ideale per dare più spazio al sacrificatissimo Museo Oliveriano di cui è il completamento storico naturale; l’ex convento di San Domenico, edificio unico in città, risalente al 1200, con affreschi trecenteschi, un’architettura di valore inestimabile. I progetti dicono che annienteremo questi edifici straordinari, il nostro patrimonio culturale da recuperare e valorizzare. Li trasformeremo in edilizia convenzionale, con colate di cemento e lavori al ribasso, perché li abbiamo inseriti in progetti di risanamento non culturale, ma riservato all’abitare, quando erano disponibili ingenti fondi per il restauro e la valorizzazione. Vi è fra i candidati chi è disposto a rivedere i progetti in corso e magari chiedere alle unità ex PINQuA e PNRR di spostare i fondi erogati su progetti di edilizia economicamente e socialmente efficienti, prevedendo interventi di finanziamento culturale per la valorizzazione dei complessi sopra citati?
Roberto Malini

Roberto Malini – Comitati “Pesaro Pensa” e “Pesaro città d’arte e cultura”; EveryOne Group Scrittore, ricercatore e difensore dei diritti umani
Premio Rotondi 2018 quale “Salvatore dell’arte della Shoah”
Presidente del Premio internazionale di poesia e civiltà “La bellezza rimane”
Consulente etico editoriale e curatore di collezioni d’arte, fra cui quelle del Museo Nazionale della Shoah di Roma e della Cittadella di Barletta
EveryOne Group
Holocaust Art Tribute – Roberto Malini Collection
Movimento civile per la salvaguardia dell’ambiente e dei beni culturali e paesaggistici
ILMC – Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria
