Raphael Gualazzi: vibrante contaminazione tra ragtime e jazz

l concerto inaugurale della 65a Stagione dell’Ente Concerti di Pesaro è stato affidato a Raphael Gualazzi Quintet: lo spettacolo al ‘Rossini’ di Pesaro (17 novembre) ha rappresentato la prima tappa del Dreams Live Autumn 2024, uno tour dove l’artista propone alcuni brani tratti dai suoi ultimi due progetti: l’album “Dreams” e l’EP “Dreams in Jazz” (pubblicati da CAM Sugar), oltre ai classici della sua carriera e alcune rivisitazioni del repertorio internazionale, dal soul, al jazz, al blues.
Diciamo subito che la scelta non poteva essere più azzeccata.
Raphael Gualazzi è, a mio avviso, un autentico mago al pianoforte.
Ha suonato e cantato per circa due ore dando il meglio di sé.
Molto bravi anche i componenti della band che ha presentato alla fine del concerto dove per tre volte ho lottato contro me stessa per non alzarmi dalla poltrona e mettermi a ballare, tanto il ritmo era cadenzato e a tratti, frenetico.
Cantautore, compositore, arrangiatore, musicista e produttore, Raphael è nato ad Urbino nel 1981.
E’ figlio d’arte: il padre Velio è stato fondatore dell’Anonima Sound, un famoso gruppo musicale degli anni Sessanta il cui frontman era Ivan Graziani.
Ha iniziato a suonare il pianoforte da bambino, fino a immergersi negli studi classici presso il Conservatorio musicale di Pesaro ed innamorarsi completamente della musica.
Tralascio la lista dei teatri internazionali e dei festival a cui ha partecipato, un po’ ovunque nel mondo: non è questa la sede.
Mi preme invece sottolineare che Raphael ‘giunge alla fusione della tecnica pianistica ragtime dei primi anni del Novecento con la liricità del blues, del soul e del jazz nelle loro forme più tradizionali’ (nel concerto al Rossini non ci ha fatto mancare neppure il country).
Le sonorità tipiche del primo jazz e dello stride piano di Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Art Tatum e Mary Lou Williams, il jazz di Ray Charles e il blues di Roosevelt Sykes sono rivisitati da Raphael in uno stile personalissimo, dove la tradizione convive con le influenze più innovative di artisti eclettici, quali Jamiroquai, Stevie Wonder e Ben Harper.
“È un grande piacere per l’Ente ospitare una star di assoluto prestigio ed espressione del territorio, proprio nell’anno di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024” – ha commentato alla stampa la presidente dell’Ente Concerti Marta Mancini, mentre il direttore artistico dell’Ente, Federico Mondelci (famoso saxofonista) ci ha ricordato che “Gualazzi rappresenta un artista completo nel panorama musicale italiano di oggi e che proprio l’Ente pesarese l’ha tenuto a battesimo da giovanissimo, all’esordio della sua carriera, con due concerti sul palco del ‘Rossini’. Ricordo ancora risuonare le sue improvvisazioni rag time nei corridoi del Conservatorio: è un musicista entusiasta e appassionato che è riuscito a giungere nel suo percorso a una sonorità distintiva. Pur affermatosi con successo nel mondo della canzone, Gualazzi è rimasto sempre fedele alle sue origini e all’amore per la contaminazione tra ragtime e jazz’.
Paola Cecchini

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