Lettera aperta di un lettore alla nostra utenza

Il male di vivere ci attanaglia sempre di più, specialmente in questa società nella quale è sempre più difficile resistere, stressati come siamo dai tanti problemi economici, dalla solitudine, dalla depressione, e così speriamo in un futuro migliore che tarda, però, ad arrivare, e ci lasciamo andare nel malcontento.

In quanti siamo a stare così?

Non credo pochi.

Fabrizio è una delle tante persone che vivono male la loro condizione. Il nostro giornale per lui è un punto di riferimento, un amico al quale rivolgersi per trovare una soluzione, fosse anche la conoscenza di altre persone che hanno le stesse problematiche. E così ci scrive:

“Caro Pesaro Notizie,

mi chiamo Fabrizio ed il mio è uno sfogo, oltre che una ricerca di aiuto. Sono stanco di sentirmi prigioniero di un contesto di vita che mi  sta’ soffocando sempre più, senza lavoro da anni, con la situazione di mia madre sempre più anziana e precaria e il permanere in una casa abbastanza grande nella quale, un domani, non essendoci più lei, non potrei da solo (non sono sposato) rimanere, perché non riuscirèi ad affrontarne le spese e quindi il mantenimento.

La mia paura sarebbe quella di dover lavorare in futuro solo per pagare l’affitto e sentirmi derubato del mio tempo, l’unica risorsa che niente e nessuno potrà mai ridarmi indietro, le ore libere ma sprecate per fare tutto sempre di corsa o dormire o starsene immobili a pensare che forse si è depressi.

Spero che col tempo io riesca a sistemarmi, ma quelle ore si trasformano in giorni, mesi ed anni e mi ritrovo sempre imprigionato nella stessa situazione, solo più vecchio e con meno energie.

Ma chi l’avrà mai la possibilità di fare un mutuo?

Comprarsi una casa, anche da ristrutturare?

Ma chi ha mai visto10 mila euro tutti insieme?

Figuriamoci quelli che servono per un terreno, un rudere, un mutuo!

Cosa bisogna fare allora?

Continuare a sopravvivere come schiavi a contratto e topi rinchiusi in un appartamento, barattare una porzione di tetto in cambio di lavoro e un piatto di pasta (che è anche peggio, perché non si viene nemmeno pagati), lasciarsi il minimo indispensabile e partire zaino in spalla per fare una vita minimalista (in stanze e pensioni, o in camper/roulotte, o sui divani della gente),

Partecipare a progetti di co-housing, ecovillaggi o vita condivisa – possono essere certo alternative in cui poter trovare occasioni di arricchirsi umanamente, ma che dire a chi, invece, ha il sacrosanto desiderio umano di mettere radici? Di sistemarsi? Di seguire le proprie aspirazioni? Di avere un posto tutto suo dove non aver padroni o vicini con cui dover sempre e comunque scendere a compromessi?

CHI VUOLE DISCUTERE DI QUESTE TEMATICHE E DI COME METTERLE IN PRATICA, PER UNO SCAMBIO DI IDEE E SOLUZIONI E MAGARI ANCHE PER UNIRE LE FORZE MI SCRIVA QUESTA MAIL: fabrizio-vitali@libero.it.

Vi aspetto!”

Fabrizio.

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