Il governo Meloni porta avanti senza tregua la guerra ai ceti più poveri a quelli con reddito medio basso: riduzione del reddito di cittadinanza, opposizione al salario minimo, taglio dei fondi per il caro affitti.
Nello stesso tempo grandi investimenti su armamenti e finanziamento dei dittatori e delle mafie del nord-africa per fermare l’immigrazione in qualsiasi modo, anche deportando e lasciando morire di sete nel deserto tra Tunisia e Libia donne e bambini, come la terribile storia di Fati e Marie, mamma e figlia di 6 anni dalla Costa d’Avorio, ci ha mostrato.
Una vera e propria guerra ai poveri, di qualunque nazione siano, italiani o stranieri non importa.
A Pesaro il fondo per il caro affitti prevedeva 570mila euro di contributi totali per 1103 famiglie pesaresi, non risolveva il problema ma era un aiuto. Il governo lo ha tolto dalla legge di Bilancio 2023.
Un altro tassello della guerra ai poveri, italiani o stranieri che essi siano.
In questo contesto, ha fatto bene il Comune di Pesaro a stanziare 250mila euro per sopperire in parte a questa mancanza, anche se a conti fatti si tratta più di un gesto simbolico che di un aiuto effettivo.
Il contributo massimo per famiglia di 350€ in un anno, quando un affitto mensile medio in città è quasi del doppio, non è in alcun modo sufficiente.
Sono necessarie politiche attive per il diritto alla casa e misure per ridurre il numero di case sfitte e abbassare il mercato degli affitti che negli ultimi anni è schizzato alle stelle.
In questo contesto ci sembra inappropriata l’accelerazione sulle alienazioni di immobili di proprietà comunale, due scuole, un centro di quartiere e di aggregazione giovanile in discussione nella seduta del Consiglio Comunale del 31 luglio p.v.
Speriamo e auspichiamo che i consiglieri di maggioranza e di opposizione blocchino questa svendita del patrimonio immobiliare comunale, che sembra andare incontro più alle esigenze di qualche privato piuttosto che della collettività.
Sinistra Italiana Pesaro Urbino
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