
Tra i temi oggetto del Consiglio comunale di oggi: l’antenna per le telecomunicazioni di via Beccaria, il gazebo al Parco Scarpellini del 3 giugno, il nuovo Piano comunale di emergenza di Protezione civile, le modifiche al Regolamento di igiene riguardante le industrie insalubri e quello per il decoro della Baia
PROPOSTE DI DELIBERAZIONE
Si è aperto con il “proseguo” delle proposte di delibere dell’ultimo appuntamento di giugno (in seconda convocazione), il Consiglio comunale odierno. La prima – approvata all’unanimità – è stata quella per l’“Adozione di variante sostanziale al Prg per la riduzione del consumo di suolo e del carico urbanistico, relativamente ad alcune aree situate nel territorio comunale” presentata dall’assessora alla Rapidità Mila Della Dora: «Ulteriori sei ettari di superficie territoriale che diventeranno terreno agricolo. La linea dell’Amministrazione è sempre stata quella di agevolare il costruire sul costruito, incentivando la riqualificazione e non aumentando le volumetrie se non estremamente necessario». Flessibilità e rapidità, le parole d’ordine della delibera: «Siamo contro il consumo del suolo e a favore del verde. Come stabilito nel documento Pesaro 2030, se da un lato vanno rispettati i diritti acquisiti dai proprietari delle aree edificabili, dall’altro vanno contemporaneamente agevolate le richieste di coloro che chiedono di far tornare agricoli i loro terreni». Le aree interessate dalla Variante sono dieci, dislocate tra i Quartiere 3 “Colline e Castelli”, 4 “Villa Fastiggi-Villa Ceccolini”, 5 “Cattabrighe – Vismara”, 7 “Muraglia-Montegranaro” e 10 “Villa San Martino”, per una superficie territoriale complessiva pari a 62.858 mq, e una superficie netta edificabile in riduzione pari a 14.519 mq. «Si tratta di un altro intervento strategico importante, che dal 2015 ad oggi conta 124 ettari di suolo “trasformato”, per una superficie netta edificabile in riduzione di circa 50.000 mq. Un indirizzo preciso, che denota attenzione al costruire nel costruito, verso un nuovo modello di edilizia sostenibile».
Redaelli: «Non c’è alcuna politica urbanistica “green”, semmai una presa d’atto della richiesta di 10 cittadini che in modo corretto, e che sosterremo, rinunciano a dei diritti edificatori (per i quali hanno pagato tasse per anni). È un campanello d’allarme: delibera sottolinea che gli strumenti urbanistici non sono aderenti alle esigenze e fa capire qual è la situazione degli investimenti in città».
Castellani: «Questa è una delibera che ci fa piacere, perché prosegue una politica avviata dall’altra legislatura».
Il sindaco Ricci: «Chiunque abita in città sa che il mercato immobiliare pesarese tira. Il prezzo delle case è alto, ci sono molte compravendite, abbiamo un problema sugli affitti pazzesco. Non è un momento “fermo”, semplicemente è cambiato per una serie di circostanze tra cui l’indirizzo dato dal Comune. Una direzione ben chiara: favorire la trasformazione del costruito, non incentivare il consumo dei territori. Sono il primo sindaco che non spinge sull’estensione della città, ma che prova a flessibilizzare. È un dato verificato e certificato anche da uno dei cento indicatori della Rete dei Comuni Sostenibili».
Andreolli: «È da rivedere la modalità con cui si attuano queste trasformazioni; ad oggi accogliamo tutte le richieste senza avere un reale obiettivo o strategicità. La presa d’atto la fanno i cittadini che, legittimamente, comprendono che le loro aree sono già agricole, e che non ci potranno costruire».
Dallasta: «Nel 2000 l’Amministrazione ha fatto un Prg sovradimensionato. È 23 anni che i cittadini si trovano a pagare l’Imu su un terreno su cui è impossibile costruire a causa delle lotizzazioni previste dal Piano». Riferendosi all’Amministrazione ha aggiunto: «Bravi a trasformare vostri errori in meriti; errori su cui si stanno mettendo pezze e per i quali i cittadini pagano».
Matttioli: «Siamo a favore del verde, come ricorda il progetto dell’Agenda 2030. La delibera è stata adottata dopo gli incontri con i proprietari; incontri che, nel tempo, ci hanno permesso di rendere il Prg più adeguato alle necessità».
G. Marchionni: «Non c’è nulla da festeggiare. La delibera fotografa un territorio che sta soffrendo e dimostra la povertà del mondo imprenditoriale. C’è una discrepanza tra gli obiettivi dell’Amministrazione e la realtà».
Malandrino: «Sentir parlare della delibera legandola a una svolta green fa sorridere. Qualcuno sta raccontando una città che non c’è. La realtà è che i cittadini stanno pagando tasse per un terreno edificabile in cui non verrà mai edificato nulla e per il quale pagano le tasse».
Lugli: «Il M5S soddisfatto del trend dei cittadini e della linea intrapresa dall’Amministrazione. C’è un grosso impegno dell’assessorato dell’Ambiente, ad esempio con il progetto legato alla strategia FEVer, per una città più pulita».
Il Consiglio ha poi votato (approvandolo con 27 voti favorevoli) la “Relazione finale del programma pluriennale di attuazione 2018-2022 e l’adozione del Programma pluriennale di attuazione del Prg vigente di Pesaro e Monteciccardo e del Ppsb per il quinquennio 2023-2027”. Della Dora: «Strumento di disciplina temporale dell’attuazione degli interventi previsti dai Prg». In pratica, «Un “cronoprogramma operativo” con cui l’Amministrazione coordina gli interventi propri e dei privati». Per la destinazione d’uso residenziale, la proposta di Ppa 2023-2027, prevede un dimensionamento totale di 197.000 mq di Superficie netta, suddiviso tra interventi di nuova edificazione e di ristrutturazione urbanistica. Per i primi, la proposta di PPA prevede le seguenti Superfici nette edificabili: 127.195 mq (PRG Pesaro+ PRG Monteciccardo) a destinazione d’uso residenziale; 53.627 mq a destinazione d’uso terziario e direzionale; 348.643 mq a destinazione d’uso produttivo; 10.170 mq (PRG Pesaro+ PRG Monteciccardo) a destinazione d’uso servizi. Quantità che potrebbe subire variazioni per la flessibilità delle destinazioni d’uso previste dal Prg per ciascun sub-sistema. Per gli interventi di ristrutturazione urbanistica, il PPA non riporta l’ammontare complessivo di Sn. Questo perché il PRG vigente, per alcune aree indica l’intervento di demolizione con ricostruzione con il mantenimento degli attuali parametri urbanistici in termini di Superficie netta.
INTERROGAZIONI
L’emiciclo è poi passato alle interrogazioni. La prima è stata quella sull’antenna di via Beccaria (Muraglia) con l’interrogazione a firma di Andreolli che ha chiesto a sindaco e giunta “perché il Comune non ha posto obiezione sulla comunicazione ricevuta il 12 aprile” e “cosa intende fare per spostare l’impianto”. Maria Rosa Conti, assessora alla Sostenibilità, ha detto: «L’istanza presentata al SUAP ai sensi dell’art. 47 (ex 87 quater) del D.lgs 259/03, non prevede il rilascio di alcuna autorizzazione. Sono impianti temporanei, per cui si prevede che interessato è sufficiente mandi richiesta al Suap». L’articolo citato da Conti, «Permette al gestore di andare ad installare l’impianto contestualmente alla trasmissione della comunicazione al Suap, nel rispetto di alcune condizioni: l’impianto è attivabile qualora, entro trenta giorni dalla presentazione, l’organismo competente ad effettuare i controlli non si pronunci negativamente; deve essere rimosso non oltre centoventi giorni dalla sua collocazione». Dal momento che l’Arpam – organismo preposto – si è pronunciata positivamente sull’installazione, «il Comune ha agito in conformità alla normativa vigente». Per quanto riguarda le azioni future previste dall’Amministrazione, Conti ha aggiunto: «A giugno la Giunta ha sottoscritto quella che è una presa d’atto dei Piani di rete e i Programmi di sviluppo presentati dai gestori di impianti radioelettrici per il 2023; poi ha analizzato e valutato gli indirizzi sull’aggiornamento e l’adeguamento della disciplina comunale in materia. Una valutazione condivisa con una società che ha redatto Piani per centinaia di comuni. L’obiettivo è rivedere gli strumenti a disposizione del Comune aggiornando il Regolamento comunale per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi” e il “Piano dei Siti Idonei della Telefonia Mobile”. Questo è un percorso condiviso, che ha già coinvolto i Quartieri, e che ha attivato già un indirizzo politico preciso – che andrà ad impattare anche le situazioni temporanee come quelle di via Beccaria – rivolto al servizio Urbanistica e Tutela ambientale di procedere».
Andreolli: Non ho capito cosa si intende fare con l’antenna specifica. Se si può fare occorre assumersene la responsabilità; altrimenti occorre dire alla proprietà che va rimossa».
L’assessore all’Operatività Enzo Belloni ha risposto all’interrogazione di G. Marchionni e Andreolli sul gazebo di Europa Verde presente al Parco Scarpellini il 3 giugno, durante una manifestazione organizzata da una Onlus. Nel rispondere ai quesiti posti dai consiglieri, l’assessore ha detto, in merito al primo punto dell’interrogazione: «Nessuna autorizzazione è stata rilasciata dagli Uffici preposti dal Comune». Sul secondo: «È possibile organizzare eventi da parte di associazioni e privati cittadini, patrocinate dall’ente comunale e procedere, anche con l’occupazione di suolo per posizionare gazebo o altra strumentazione, previa predisposizione di apposita segnalazione dell’evento e richiesta di autorizzazione da inoltrare all’ente comunale». Belloni ha poi concluso rispondendo al terzo quesito: «Si ritiene inopportuna, all’interno di una manifestazione apolitica, la presenza di gazebo a sfondo politico».
G. Marchionni: «Rimango basita, oggi ci viene detto che il gazebo non era autorizzato e che non c’era nemmeno una richiesta formalmente, fatta su un foglio di carta. Si aggiunge anche che era inopportuno. Chiedo formalmente al sindaco le dimissioni dell’assessora in questione. La risposta fornita è di una gravità inaudita».
PROPOSTE DI DELIBERAZIONE
È passata all’unanimità la delibera per il “Nuovo Piano comunale di emergenza di Protezione civile” presentata dall’assessore Enzo Belloni e «che avevamo già integrato aggiungendo ai rischi presenti quelli di maremoto e di incendi e sversamenti (nell’area Fox Petroli)». Il testo è stato valutato dalla 1^ Commissione, ed è «Uno strumento di lavoro utilizzabile in qualsiasi situazione, di facile comprensione, pratico e versatile da consultare». È organizzato in un unico fascicolo in cui vengono analizzate le procedure logistiche e di intervento da attuarsi durante i sette rischi individuati nel pesarese. Il Piano recepisce le innovazioni legislative ed è stato redatto e aggiornato nel rispetto della legge nazionale e regionale sulla Protezione civile, tenendo conto delle attività di indagine svolte sul territorio. «L’obiettivo – ha spiegato Belloni – è avere uno strumento di gestione dell’emergenza pratico, elaborato in base ai dati del territorio e alle esperienze maturate negli ultimi anni dalla struttura comunale di Protezione civile. Permetterà di ottimizzare tempistiche e modalità di organizzazione della risposta». Per incentivarne la conoscenza, «Pensiamo a diversi interventi, che coinvolgeranno anche i Consigli di Quartiere, e che prevedranno anche una segnaletica apposita e la pubblicazione sul portale del Comune. Spingeremo inoltre sull’informazione e formazione dei ragazzi delle scuole primarie e secondarie: pensavamo di realizzare dei quaderni colorati che possano far conoscere le strategie da mettere in campo in caso di calamità e portarle direttamente nelle case delle famiglie».
Redaelli: «Caldeggio per una comunicazione più capillare possibile del Piano: avrà tanto più forza quanto più sarà conosciuto e a disposizione di tutti».
Sperindei: «Sarebbe stato utile inserire nel piano anche il rischio chimico».
Il Consiglio ha poi approvato (all’unanimità) la “Modifica dell’art. 82 del Regolamento di igiene riguardante le industrie insalubri” presentata dall’assessora alla Sostenibilità Maria Rosa Conti: «L’obiettivo è attualizzare le indicazioni presenti nel documento, nate per recepire quelle del Regio Decreto del 1934, il n. 1265, “Testo unico delle leggi sanitarie” che disciplinava le industrie insalubri di I e II classe senza dare distanze minime di collocazione; distanze poi inserite dal Regolamento comunale». La delibera, modifica l’articolo 82 del Regolamento comunale d’Igiene «per contemperare le esigenze di tutela della salute a quelle a garanzia della libera iniziativa imprenditoriale. L’obiettivo è rendere il Regolamento più coerente con l’intero sistema ordinamentale della materia, alla luce del parametro dell’art. 41 della Costituzione e delle recenti sentenze delConsiglio di Stato e dei TAR». In pratica l’Art. 82, dopo il passaggio in Consiglio comunale, indicherà che “Chiunque intende attivare una fabbrica o manifattura, compresa nell’elenco ai sensi del D.M. 5 settembre 1994 deve, quindici giorni prima, darne avviso per iscritto al Sindaco, il quale, quando lo ritenga necessario nell’interesse della salute pubblica, può vietarne la attivazione o subordinarla a determinate cautele. Le manifatture, le fabbriche che spandono esalazioni insalubri classificate nella prima classe a norma delle leggi e dei regolamenti in vigore, saranno collocate fuori dal centro abitato e da ogni gruppo di case abitate ([…] intesi come almeno 5 alloggi/appartamenti rientranti in un’area definita da un raggio inferiore a 30 m) ad una distanza di norma non minore di 200 metri per tutti gli impianti. Previo parere vincolante del Dipartimento di Prevenzione dell’Ast, possono essere autorizzate distanze inferiori rispetto a quanto sopra stabilito, sia nel caso di impianti poco impattanti che rientrano nelle autorizzazioni semplificate, sia quante volte l’industriale provi che, per l’introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato”». Con la delibera, il Comune, «Trasforma un divieto assoluto in divieto relativo – ha aggiunto l’ingegnere Mauro Moretti, responsabile del servizio Urbanistica e Tutela Ambientale – potranno essere ammesse nuove attività solo se l’Ast dimostrerà “non rechino nocumento alla salute del vicinato”. Ci soffermeremo caso per caso, valutando le singole richieste e verificando le potenziali emissioni che, ricordo, nelle Marche hanno una soglia massima dimezzata rispetto al limite nazionale».
A Marchionni: «La modifica, per quanto apprezzabile, non scoglie la perplessità dei 200 metri: è più una distanza arbitrale derivata da un retaggio passato, che una regola con una vera ratio».
G. Marchionni: «Delibera che risponde a una reale esigenza del territorio e degli imprenditori e che ben si incastra col recupero del patrimonio esistente»; «Arriva in ritardo, ci siamo persi delle occasioni».
C’è il “sì” del Consiglio (con 18 voti favorevoli e 6 contrari) anche per il “Regolamento per la tutela e il decoro delle attività economiche di Baia Flaminia” (respinto con 18 “no” l’emendato di Redaelli). Francesca Frenquellucci, assessora con delega alle Attività economiche e Decoro urbano, ha detto: «Il documento è frutto di un percorso partecipato e condiviso, iniziato nove mesi fa insieme alle realtà presenti in Baia Flaminia, rappresentate dal Consiglio di Quartiere, dall’associazione dei commercianti di Baia Flaminia e dalle altre di associazione categoria e dagli stessi esercenti, che ringrazio. Dopo questo primo step, il testo è stato approvato dalla Giunta e poi presentato alla IX Commissione dove i consiglieri – in maniera trasversale – hanno dato il loro contributo dando alcune osservazioni». Tra queste: la perimetrazione del territorio interessato dalle norme; la ridefinizione delle indicazioni per le limitazioni del consumo di alcool; rafforzare le azioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche; l’eliminazione di gli orari specifici per l’eventuale ordinanza di regolamentazione del traffico; la precisazione di quali fossero gli elementi di arredo assoggettabili alle prescrizioni su colori e materiali. «Le attività della zona – ha aggiunto Frenquellucci – hanno tempo fino alla primavera 2024, quella dell’anno di Pesaro Capitale italiana della cultura, per dare il proprio contributo e rendere Baia Flaminia più vivibile, armoniosa, attrattiva e bella». Il testo votato dal Consiglio riprende quello del Regolamento per il centro storico, «Un ottimo esempio di lavoro congiunto che, piano piano, sta trasformando il Quartiere e da cui ci siamo mossi per realizzare un Regolamento volto a rendere più armonioso l’aspetto di un’area prestigiosa della città, che ben interpreta “La natura della Cultura” di Pesaro2024».
Lugli: «Documento che stabilisce principi e criteri per garantire fruibilità, accessibilità e sicurezza degli spazi di Baia Flaminia promuovendo uno sviluppo sostenibile turistico e commerciale della zona così come la tutela dell’ambiente. Contribuisce a creare un’immagine attrattiva della città e stimola la cura del territorio da parte di residenti e turisti».
Redaelli: «Le tematiche serie non sono affrontate dal Regolamento» definito dal consigliere «un insieme di regoline» e un «marchingegno che aggiunge carta e burocrazia inutile». Le indicazioni date «sono banalità. Ad eccezione dell’articolo 3, non produce nulla di nuovo». E ancora: «Il decoro non si affronta cambiando il colore dei dehor». Il consigliere ha poi sottolineato, «la grave disattenzione dell’Amministrazione, in particolare negli ultimi 2 anni, alla Baia: se si fosse intervenuti subito, se si fosse guidate le attività economiche, ora non avremmo così tante situazioni da sanare». Redaelli ha poi esposto l’emendamento da lui proposto che «chiede di esplicitare che sedie e tavolini siano esclusi dalle indicazioni dei colori “a norma” di Regolamento».
G. Marchionni: «I Regolamenti sul decoro sono diventati ormai una fissazione dell’Amministrazione; almeno li si scriva bene» perché «o diamo regole chiare per tutti, anche ai non addetti ai lavori, altrimenti è il far west». Il vero tema, per la consigliera «Sono i controlli; l’Amministrazione ha intenzione di farli?».
Andreolli: «Gli obiettivi posti dall’assessora sono condivisibili ma l’approccio adottato per raggiungerli non può avere questo punto di partenza. Non è con i regolamenti – ma con gli investimenti pubblici di riqualificazione – che si migliora il decoro». Su tema accessibilità e non solo, «mi auguro si parli non “a zone”, ma guardando all’intera città; serve la stessa attenzione a tutto il territorio».
E. Gambini: «Invece di un Regolamento dedicato alla tutela e decoro di un singolo quartiere mi sarei aspettato che l’Amministrazione modificasse quelli già esistenti e validi per l’intero Comune, come il Regolamento della polizia urbana che conta 26 articoli inutili perché pensato per mettere a norma situazioni degli anni in cui fu redatto, il 1937». Gambini ha chiesto, «Viste le incompatibilità tra i due chiedo se il Regolamento di Baia Flaminia toglierà articoli a quello della Polizia urbana».
È stato poi il momento dell’intervento del sindaco Matteo Ricci: «Se dite che Baia Flaminia è un luogo in cui l’Amministrazione non ha fatto nulla, vuol dire che non vivete in questa città. Non fate mai proposte, solo arringhe – ha detto rivolgendosi all’opposizione il primo cittadino, che ha proseguito: «Baia Flaminia in questi anni è migliorata grazie a interventi pubblici e privati». Il sindaco ne ha ricordati alcuni, a partire dal prolungamento della ciclabile «che porta ad uno dei posti più belli e frequentati della città». La Baia «è uno dei luoghi più complicati dal punto di vista della gestione, anche della mobilità, perché è un vicolo cieco. Non senza polemiche, abbiamo realizzato un parcheggio prima dell’ingresso alla Baia Flaminia, uno spazio di sosta utile alle attività economiche e che evita che tante macchine transitino fino alla spiaggia». Ancora la «Riqualificazione della biblioteca di quartiere. Abbiamo rimesso ordine togliendo gli ambulanti e inserendo chioschi fissi con bando, che danno servizi». Continua: «È stato tolto il luna park, trasformato l’area in spazio per eventi, concerti e manifestazioni. Mancano ancora diverse cose, ma dire che la Baia è lasciata a sé stessa significa non rendersi conto della trasformazione fatta in questi anni». Infine: «Il Regolamento è importante perché Baia Flaminia è un polo aggregativo del food, in gran parte privato, diventato di grande attrazione. Negli anni le attività sono aumentate e con loro anche le esigenze. Il Regolamento nasce perché serviva mettere d’accordo gestori, condomini e Amministrazione: un lavoro complicato, che ci consente di fare dei passi avanti».
Sperindei: «Alcune norme vanno applicate a tutta la città».
Mattioli: «Non accettiamo si dica che non sono stati fatti investimenti. In Baia c’è il più bel tratto di Bicipolitana della città. Una pista cha anche spinto la mobilità sostenibile, valorizzando negozi e ristoranti. Sottolineo quanto fatto durante il covid: è stata data la possibilità alle attività di avere suolo pubblico gratuito». Mattoli ha citato «il nuovo parcheggio e il lavoro per la pedonalizzazione».
Vanzolini: «Sono stata presente a due commissioni in cui si è parlato delle proposte del Regolamento in un clima di dialogo. Tutto ciò per poi arrivare a un voltafaccia che non ha nulla a che fare con il valore di questo Regolamento».
MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
L’emiciclo è poi passato alla discussione e voto della mozione di indirizzo presentata da Andreolli che ha ribadito la l’urgenza (respinta con il voto contrario di 14 consiglieri), «di un documento di indirizzo che tratta una vicenda con tema di contingenza e di opportunità. Questo Cda (quello di Marche Multiservizi, ndr) non deve operare sia perché non ha adempiuto sino oggi alla fiducia data (in particolare di quella del sindaco che può nominarne due componenti); sia perché, per stessa ammissione del Sindaco, il Presidente non l’ha coinvolto su una scelta strategia come quella di una nuova discarica, mancando di trasparenza rispetto una scelta fondamentale per il territorio».
Bellucci: «Di confusione ne è già stata fatta troppa, bene rimandare la discussione della mozione all’interno delle commissioni preposte, in cui già il tema è stato avviato».
Comune di Pesaro
