Gli sviluppi degli ultimi giorni confermano la nostra convinzione che la governance di Marche Multiservizi dev’essere rivista

Come Azione Pesaro-Urbino, l’avevamo detto già prima dell’intervista del signor Rossini della cartiera Ciacci San Marino (di cui vedremo anche gli eventuali sviluppi giudiziari), prima dell’assemblea dei soci di Marche Multiservizi e prima delle successive affermazioni dell’Amministratore delegato Tiviroli (non prive di arroganza). Difatti quel “la discarica si farà” è completamente in contrasto con il “NO” venuto da tutti i comuni e da tutte le forze politiche.Di fatto queste situazioni hanno ancora di più confermato la nostra convinzione che la governance di Marche Multiservizi è entrata in crisi. Siamo di fronte ad un corto circuito tra la parte pubblica maggioritaria e la parte privata.Si è evidenziata in maniera incontrovertibile una dissociazione che va ricondotta al giusto equilibrio, ovvero: tra gli interessi della collettività provinciale (buoni servizi nel rispetto del territorio) e quelli di un’azienda quotata in borsa che mette al primo posto il business e il guadagno.Azione Pesaro-Urbino ritiene dunque urgente una modifica dei patti parasociali, pesando il valore degli interventi infrastrutturali (e non solo) messi in campo con finanziamenti pubblici negli anni successivi alla costituzione della società.L’obiettivo è quello di creare un nuovo equilibrio nelle quote a favore del pubblico, modificando le deleghe tra Amministratore Delegato (che dovrà avere deleghe gestionali) e quelle del Presidente (a cui spetteranno le deleghe programmatorie).Azione Pesaro-Urbino ritiene inoltre che la responsabilità di questa situazione sia in primo luogo della politica, poiché frutto della mancanza di una doverosa presenza degli enti locali che di fatto hanno delegato alle aziende un ruolo di programmazione che era propria dell’ATA (presieduta dal presidente della Provincia e dell’Ato per l’idrico), così come è responsabilità della politica anche il mancato rafforzamento della struttura tecnica oltremodo carente. Mancanze che dunque bisogna recuperare al più presto.Sono stati tollerati ritardi e forzature che hanno portato ad una rottura tra ASET e MMS (che va superata) non permettendo la gestione di quel poco di programmazione che era stata messa in campo, la chiusura programmata delle discariche di Urbino e Ca Asprete, il conseguente ampliamento di quella di Monteschiantello a Fano e la realizzazione di un impianto di TMB (trattamento e recupero dell’indifferenziato) a Ca Asprete che ora sembra definitivamente scomparso dai radar. Per quanto riguarda invece l’ipotesi, tanto discussa, della discarica di Riceci (fermo restando gli sviluppi giudiziari), Azione Pesaro-Urbino prende atto positivamente delle affermazioni dell’Assessore Regionale Aguzzi, impegnatosi ad un chiarimento amministrativo che escluda la possibilità di realizzare questa tipologia di discarica a distanze inferiori ai 2000 metri dai centri abitati, precludendo definitivamente che tale progetto possa essere autorizzato e realizzato.

Pesaro-Urbino in AZIONE

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