
Il servizio idrico resti fuori dal mercato e sia ripubblicizzatoIl voto unanime con il quale i Consiglieri Regionali delle Marche il 15 Marzo scorso hanno espresso la loro contrarietà all’articolo 6 del “Disegno di Legge Concorrenza” varato dal Governo Draghi, impegnando il Presidente della Regione ad opporsi a questanorma, che nei fatti impone ai Comuni la messa sul mercato di tutti i servizi pubblici locali, in tutte le sedi di raccordo istituzionale con lo Stato, ha un forte valore democratico. Essa si ispira infatti alla volontà espressa dalla stragrande maggioranza dei cittadine e dai cittadini marchigiani che nel referendum popolare del 2011 si espressero contro la privatizzazione dell’acqua e per cancellare i profitti nella sua gestione.Nell’approssimarsi del 22 Marzo, Giornata mondiale dell’acquaproclamata dalle Nazioni Unite esattamente trent’anni orsono, questa importante presa di posizione politica, proposta dalla Consigliera Regionale Marta Ruggeri, sommata a quelle di molte altre città e Regioni italiane, rafforza la fiducia in chi come noi si batteda sempre per “l’acqua pubblica” che questo ennesimo tentativo di privatizzare il servizio idrico possa essere sventato. L’acqua non può infatti trasformarsi definitivamente in una qualsiasi merce quotata in borsa ma deve essere considerata e gestita come bene comune dell’umanità!Come coordinamento marchigiano dei movimenti per l’acqua, oltre ad invitare tutti i Consiglieri dei Comuni delle Marche, ad approvare nei rispettivi Consigli mozioni con lo stesso orientamento, riteniamo indispensabile rendere effettivamente pubblica la gestione dell’acqua consentendo alle cittadine e ai cittadini di partecipare effettivamente alle scelte riguardanti i suoi usi e la sua gestione.
Per questa ragione vogliamo rilanciare le nostre principali rivendicazioni:
Alla scadenza degli attuali contratti di servizio, il servizio idrico integrato sia affidato da parte delle cinque Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale marchigiane ad Aziende Speciali Consortili nel frattempo costituite da tutti i Comuni dei medesimi ambiti, superando così l’attuale incongrua forma giuridica di Società per Azionidegli attuali soggetti gestori ed eliminando dalla gestione dell’acqua qualsiasi soggetto privato.
Tempestiva determinazione da parte della Giunta Regionale dei criteri di composizione delle “Consulte degli utenti”previste dell’articolo 4 della Legge regionale 30/2011 come strumenti di partecipazione da insediare in ogni Ambito Territoriale ma bloccate a distanza di oltre 10 anni per inadempienza dei vari Governi regionali che si sono succeduti nel tempo.
Nuova adozione da parte della Giunta Regionale del Piano Regolatore degli acquedotti(il cui iter di formazione si è interrotto da oltre 6 anni) e rapido avvio della condivisione dei suoi contenuti affinché il governo delle risorse idriche, le priorità infrastrutturali e le linee di indirizzo per il risparmio della risorsa idrica siano oggetto di pianificazione democratica e non siano determinate dall’improvvisazione o, peggio ancora, dai condizionamenti di pervasive lobbies affaristiche.Ancona, 20Marzo 2022Il Coordinamento Regionale dei Movimenti per l’Acqua Bene Comune
Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l’Acqua Bene Comune
Massimo Rossi
