
Pesaro, Teatro Sperimentale, 19 dicembre 2021
Si sta concludendo la stagione di prosa 2021 del Teatro Sperimentale di Pesaro promossa dal Comune e dall’AMAT- Platea delle Marche. L’ultimo appuntamento (dal 16 al 19 dicembre) è con un ‘grande classico’: sto parlando di ‘Novecento’ , il monologo teatrale di Alessandro Baricco pubblicato da Feltrinelli nel 1994 e scritto dall’autore ‘affinché fosse interpretato da Eugenio Allegri e con la regia di Gabriele Vacis’ che nel luglio dello stesso anno ne fecero uno spettacolo, che debuttò al festival di Asti. Seguirono sette anni di tournée dal 1995 al 2002, 315 repliche in Italia e in Europa : sono circa 120.000 gli spettatori che hanno decretato il successo di un monologo divenuto un “cult” della scena italiana.
Negli anni si sono sovrapposti diversi allestimenti teatrali di ‘Novecento’, sia in Italia che all’estero ma da qualche tempo Eugenio Allegri – richiamato da Vacis e dallo stesso Baricco – ha ripreso il bellissimo monologo per presentarlo in una nuova versione ‘che mantiene tuttavia gli stessi andamenti sinfonici della recitazione, gli improbabili gesti surreali e le implacabili evocazioni che lo resero apprezzato dalla critica e dal grande pubblico’.
Dunque una proposta per ritrovare da una parte il pubblico di sempre e dall’altra per avvicinare i tanti giovani che in questi anni ‘Novecento’ lo hanno letto, amato, regalato.
Prodotto da ‘Art Quarium Società Cooperativa’, i suoi costumi sono firmati da Elena Gaudio, le scenografie da Roberto Tarasco, il progetto luci e fonico da Alessandro Bigatti.
Ho assistito allo spettacolo oggi, 19 dicembre e mi è piaciuto molto.
E’ l’occasione per osservare da vicino il lavoro di un attore straordinario.
La storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento è nota.
Ancora neonato, Novecento viene abbandonato dentro il pianoforte della prima classe del Virginian, all’interno di una cassa di limoni T.D. e trovato per caso da Danny Boodman, un macchinista nero che gli farà da padre dandogli il suo nome, quello della cassa di limoni (interpretando il T.D. come “Thanks Danny”, “Grazie Danny”) e il nome del nuovo secolo appena celebrato: il ragazzo viene chiamato Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.
Otto anni dopo, Danny muore in seguito a un incidente sul lavoro. Il bambino scompare misteriosamente nei giorni successivi a causa di un’ispezione della polizia sul piroscafo e quando ricompare comincia a suonare il pianoforte per alleviare il suo dolore.
Durante il primo dopoguerra, all’età di 27 anni incontra Tim che viene assunto sul Virginian. E’ l’inizio di una sincera e duratura amicizia che non finirà nemmeno con l’abbandono della nave da parte del narratore.
Danny Boodman T.D. Lemon Novecento viene descritto da questi come ‘un uomo con grandi capacità di apprendimento, che vive attraverso i desideri e le passioni altrui, che si realizza con la musica, che vive sospeso tra il suo pianoforte e il mare, con cui è in grado di rivivere ogni viaggio, ogni sensazione gli venga raccontata dai passeggeri del piroscafo’.
Un giorno, improvvisamente, in un momento che Tim definisce come ‘la caduta di un quadro’ (inteso come un evento improvviso e casuale), Novecento gli rivela che scenderà per la prima volta dalla nave: vuole vedere il mare e soprattutto sentire la sua voce, cosa che non può fare se non a terra. Non ce la farà: si ferma sulla passerella e tornerà indietro.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, le strade di Tim e Novecento si dividono. Alla fine del conflitto Tim incrocia nuovamente il Virginian e- scoperto che verrà fatto esplodere- chiede ai demolitori di attendere per verificare se riesce a convincere Novecento a scendere. L’amico si rifiuta, però, di seguirlo spiegando anche come non lo fece quella volta che il ‘quadro cadde’: aveva paura della vastità infinita della città, pari ad un pianoforte dagli infiniti tasti in cui è impossibile creare una musica umana.
Dalla musica, ma più specificamente dal pianoforte, non troverà mai la forza di svezzarsi, non riuscirà mai a superare la paura di amare e di crearsi delle radici, sopraffatto dal timore di non riuscire a vedere neanche lontanamente una fine nel mondo al di fuori del piroscafo: ha dedicato la sua esistenza a suonare allo scopo di sgravare i cuori dei passeggeri dalla paura dell’immensità dell’oceano.
Piuttosto che raggiungere un compromesso con la vita, preferisce incantare i propri sogni, le proprie speranze : si farà esplodere col transatlantico che per tutta la vita ha conosciuto i suoi timori e custodito i suoi desideri.
Nel 1998 il monologo di Baricco è diventato uno splendido film, ‘La leggenda del pianista sull’oceano’ di Giuseppe Tornatore, mentre il libro, tradotto e venduto in tutto il mondo, superava il traguardo del milione di copie.
Nello stesso anno Edoardo Bennato ha pubblicato, ispirato a Novecento, Sempre in viaggio sul mare, contenuto nell’album ‘Sbandato’.
Nel 2008 il libro è stato trasposto in fumetto sul N.2737 del settimanale ‘Topolino’. La storia, dal titolo ‘La vera storia di Novecento’, è stata riadattata dallo sceneggiatore Tito Faraci e dal disegnatore Giorgio Cavazzano.
Le tavole del fumetto sono state esposte alla Fiera del Libro di Torino dello stesso anno.
Paola Cecchini
