
Umberto Gnudi, primario del Pronto soccorso di Pesaro, su Facebook ha lanciato un messaggio contro i cittadini che scelgono liberamente di esercitare la libertà di scelta vaccinale. Sono personequindi,che non intendono vaccinarsi contro il Covid-19 e che il medico, ha dichiarato,curerà come sempre, ma con massimo disprezzo. “Avrete le mie cure al meglio che posso” afferma,“ma sappiate che mi fate schifo”.E ancora: “Non voglio avere più niente a che fare con voi.”Anche Amedeo Giorgetti, medico di base di Recanati, aveva in precedenza esposto il medesimo concetto, rivolto ai pazienti definiti No-Vax: “Vi curo, ma poi cambiate ambulatorio”.“Il Coordinamento Marche-Province Unite” riferisce la portavoce Sonia Arina, “intende rispondere a queste posizioni estremiste, che riteniamo contrarie ai valori etici e morali di cui ci facciamo difensori.Uno dei compitidi un medico, che la sua etica gli impone, è curare senza pre-giudizi.Infatti, e non dovremmo essere noi a ricordarlo aduesanitari di esperienza e competenza note, l’articolo 3 del codice di deontologia medica si riferisce anche a questo quando richiama la necessità di operare senza discriminazione alcuna. “Non voglio avere niente a che fare con voi”, dice Gnudi, determina una categoria di persone e laesclude intenzionalmente dalla sua attenzione personale, ricordiamo, di medico ospedaliero”. Ma la medesima osservazione va replicata per il medico di base recanatese. “Anche il Dott. Giorgetti esprime lo stesso concetto, di fatto” riprende la portavoce, “rivolgendosi alla medesima categoria di pazienti, con dichiarata intenzione di escluderli dalla sua attenzione di medico del SSN”.“Tutto ciò è espressamente contrario anche all’articolo 1,”continua”sempre riferendomi al codice deontologico dei medici. Essi infatti, sonoobbligati, per funzione e struttura, al di là delleeventuali condizionidistanchezza e dei personaliconvincimenti, afar prevalere i principi di umanità e solidarietà.L’art.1 del codice deontologico richiama tutti i medici italiani ad un comportamento consono al decoro e alla dignità della professione.Riteniamo palesementeindecorose ed indegne della professione di medico, siffatte esternazioni che, formulate in forma barbara e selvaggia, inducono all’innalzamento dei toni e allo scontro sociale. “Così”, proseguendo, “anche in base all’articolo 20dello stesso codice,la costruzione dell’alleanza di cura deve esserefondata sul mutuo rispetto dei valori e dei diritti.Avere un diritto”, continuala portavoce, “significa che quell’aspetto dell’essere umano deve in qualche modo essere rispettato e tutelato, nello svolgimento della vita sociale.Il diritto del malato alla salute e a decidere in piena coscienza e libertà se, da chi e come farsi curare discende dall’art. 32 della nostra Costituzione.Esso è inalienabile, intrasmissibile, indisponibile e irrinunciabile; è inoltre un diritto valevole erga omnes. Questo, a nostro avviso, significa che nessuna vita degna di un essere umano può farne a meno, in alcuna misura, e che nessuna società giusta ne può essere priva”.“L’attività sanitariaperciò”, concludeSonia Arina, “non può essere considerata come svincolata daivalori etici fondamentali.Ci meravigliamo quindi,eriteniamo anche particolarmente grave,che l’Ordine dei Medici non sia intervenuto per richiamare i due professionisti per atti eaffermazioni disdicevoli e contrarie al decoro professionale.”
Coordinamento Marche-ProvinceUnite
Il portavoce Sonia Arina
