
‘L’elisir d’amore’ è la più celebre opera di Gaetano Donizetti, anzi forse il titolo più famoso del suo sterminato catalogo e certamente il più rappresentato nel mondo.
La sua fortuna (di critica e pubblico) non è mai venuta meno a partire dal debutto, nel 1832: un successo costante e indiscusso che stupì lo stesso compositore che all’inizio non si era reso conto di aver scritto uno dei suoi capolavori.
‘L’elisir’ viene proposto dal Festival 2021 (19 e 28 novembre, 5 dicembre 2021) in una versione mai ascoltata in Italia: assolutamente integrale, nelle tonalità originali ed eseguita con gli strumenti storici, alla ricerca del suono ‘autentico’ dell’orchestra di Donizetti. Sorpresa garantita: ascoltare un’opera che crediamo tutti di conoscere ma che ‘suona’ in maniera del tutto diversa da quella cui siamo abituati.
Il direttore musicale del Festival, Riccardo Frizza, garantisce un’autenticità donizettiana che va oltre le sonorità dell’epoca, mentre la regia di Frederic Wake-Walker ricostruisce il clima di coinvolgimento sociale e comunitario che era tipico del teatro musicale in Italia all’epoca di Donizetti.
Nella compagnia di canto, che comprende artisti amati e già ospiti del Festival come Roberto Frontali e Florian Sempey, nonché giovani in costante ascesa come Caterina Sala, spicca il nome di Javier Camarena, una delle più celebri e acclamate voci di oggi, che nella parte iconica di Nemorino- frequentata da tutti i grandi tenori della storia- inizia una collaborazione triennale con il Festival. A lui spetta la pagina più celebre dell’opera, una delle melodie-mito di tutta l’opera italiana, quella ‘Furtiva lagrima’ che è diventata il simbolo del miracoloso equilibrio di questo capolavoro, una commedia all’italiana che diverte ma svela anche la verità dei sentimenti e dove la risata si alterna alla commozione.
Paola Cecchini
