
Sembrano tutte uguali le giornate di novembre
Sono fatte per chiudersi dentro
Per interrogarsi sulla distanza
Complice la nebbia che abbassa la luce
L’odore di muschio e funghi sulle pareti umide
Il cimitero sempre freddo e austero
Anche se ravvivato dal colore dei fiori
Ma tangibile l’assenza
Il non ritorno
In paese ci accoglieva il camino acceso di mia zia
E se non era quello nella sala buona
La stufa a legna in cucina
Le foto dei morti sulla televisione
E dentro la vetrina
Alle pareti in ogni dove
E una luce accesa dietro la grata della casa antica
Dai muri spessi e l’eco della vita che aveva contenuto
Usciva ed entrava respirava e chiamava
Scendeva le scale della cantina
Saliva quelle delle camere di corsa
La paura di essere raggiunti da qualcosa
Che accendendo la luce svaniva
Il vino nuovo
Leggero e dolce
Buono anche per un bambino
E la notte che svuotava al giorno l’ultimo bagliore
Che brivido partire
E la solita paura
Di restare chiusa dentro
Se posso dicevano
Te lo vengo a dire
Laura Arual
