Denatalità e «sostituzione etnica»

La legge 194 nel suo primo punto recita il diritto alla procreazione cosciente e responsabile riconoscendone il valore sociale della maternità e tutela della vita dal suo inizio, e non il mezzo per il controllo delle nascite. Partendo da questo punto va rilevata l’inopportunità delle esternazioni espresse in aula di consiglio da parte dei consiglieri e assessori della destra che guida la nostra Regione Marche. Abbiamo sentito parlare di “battaglie per la natalità” del “non ricambio” della “sostituzione di bambini stranieri o di altre etnie ai bambini italiani”. O ancora sono arrivate proposte di apertura dei consultori alle organizzazioni private pro-life per “proteggere le donne” garantendo loro una scelta consapevole, quasi a voler accusare la non professionalità degli operatori laici, come è giusto che siano, che ogni giorno con abnegazione elargiscono servizi più che soddisfacenti alle donne che chiedono aiuto e protezione. Gli aborti sono in costante diminuzione proprio grazie alla maggior consapevolezza delle donne che non varcano la soglia del consultorio per chiedere una IGV ma soprattutto informazioni sui metodi contraccettivi e tutela della propria salute. Non è “fuori posto sostenere questa battaglia” – e già la parola espressa è aberrante – ma lo è ancor più contrapporla alla “battaglia per la natalità” che evidenzia ancora una volta, la tristezza di una politica chiusa e retrograda. Sottolineo le parole che più di tutte mi hanno ferita “non riesco a condividere il tema della sostituzione etnica, siccome la nostra società non fa figli allora possiamo essere sostituiti dall’arrivo di persone che provengono da altre storie, continenti, etnie, da altre vicende” ci leggo ancora solo tanta ottusa propaganda anti integrazione, – proprio nel Giorno della memoria per le vittime dell’Olocausto – che nulla ha a che vedere con i diritti delle donne e delle madri marchigiane, a cui il welfare regionale deve continuare a dare risposte concrete e tutelanti. Anche perché si resta basiti nel credere che non siano stati in grado di scindere il tema della denatalità da quello del diritto alla salute delle donne, ed entrambi dalle questioni riguardanti l’immigrazione.

Anna Maria Mattioli

Presidente XII Commissione Donne Elette

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