
La scomparsa del 16enne Enrico Foglietta ha gettato il calcio pesarese nello sconcerto.
Il funerale si è svolto questa mattina alle 10,30, presso il campo sportivo di Pozzo, scelto per contenere il gran numero di persone attese nel rispetto del distanziamento.
Tra queste anche i compagni di scuola e dello sport, con i dirigenti e le squadre di Muraglia, Gentlemans e Santa Veneranda, club di appartenenza
Il ragazzo che era il punto di forza dell’Academy Juventus, la scuola calcio del Santa Veneranda affiliata alla Juve, è mancato improvvisamente martedì sera, al termine di una breve ma terribile malattia.
La tragedia era iniziata qualche mese fa quando Enrico aveva accusato un forte mal di testa che ben presto ha messo in luce una grave malattia contro cui lui e la sua famiglia hanno lottato strenuamente, supportati anche dalla Juventus che è stata particolarmente vicina al ragazzo e ai suoi cari: Marchisio tra una degenza e l’altra gli aveva mandato un video di incoraggiamento, Chiellini una sua maglia autografata.
Enrico era una grande promessa del calcio, la cui passione gli era stata trasmessa dal padre che a sua volta aveva calcato i campi dilettantistici e che giocava anche nei Gentlemans, il gruppo di amatori formato anche da ex atleti.
Il sedicenne aveva giocato nel Muraglia, poi era passato all’Academy Santa Veneranda, nella scuola Juventus che il presidente del club Mario Morazzini aveva istituito proprio per favorire la crescita dei giovani ed indirizzarli, ove avessero le doti necessarie, al calcio dilettantistico e professionistico.
Il suo ruolo era quello di centrocampista ed era uno dei talenti della formazione arancione degli Allievi con la quale aveva incominciato regolarmente la stagione.
A vederlo spesso, da bordo campo, c’era il fratello diversamente abile che per lui era un punto di riferimento.
Poi l’improvvisa e drammatica diagnosi che lo ha allontanato dai campi di gioco.
Enrico era tornato a vedere una partita a Santa Veneranda, tra un periodo di convalescenza e l’altro, salutato con affetto da tutto l’ambiente che gli ha voluto bene fino all’ultimo e che ha cercato di stare vicino alla famiglia con discrezione, come ha potuto, a cominciare dal presidente Mario Morazzini.
“Perdiamo un ragazzo buono, umile, eccezionale, capace, una promessa del calcio, uno di quelli che poteva arrivare. La notizia ci ha sconvolti. Vogliamo esprimere come società tutta la nostra vicinanza alla sua famiglia, a nome del presidente e di tutti noi”, ha detto Giancarlo Serafini, dirigente del Santa Veneranda.
Questo il ricordo dell’allenatore Luca Spendolini: “Perdiamo un ragazzo d’oro, che tutti vorrebbero avere, con doti umane e tecniche eccellenti, con una grande potenzialità calcistica, un futuro campione. La situazione del fratello lo ha reso persona e uomo migliore. Il figlio che tutti vorrebbero avere”.
Alla famiglia le più sentite condoglianze della nostra redazione.
Rosalba Angiuli
